
Questa mattina «abbiamo depositato una mozione unitaria - con le nostre prime firme - per chiedere la revoca del memorandum d'intesa con il governo israeliano nel settore militare e della difesa». I leader del centrosinistra - Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe Conte (M5s), Nicola Fratoianni (Avs) e Elly Schlein (Pd) - si uniscono in una battaglia che - nelle intenzioni - vorrebbe mettere in difficoltà il governo, coinvolgendolo in qualche modo nella campagna anti-israeliana messa in campo.
L'affondo, in realtà, non sembra creare particolari imbarazzi all'esecutivo. L'accordo è stato ratificato nel 2005 e da lì in poi rinnovato tacitamente ogni cinque anni. La posizione ufficiale è che «per far prevalere le ragioni della diplomazia è necessario costruire canali di interlocuzione e i memorandum d'intesa sono strumenti di dialogo», come detto dal ministro per i Rapporti con il
Parlamento Luca Ciriani. Fonti governative fanno notare che «non bisogna fare confusione tra la legittima critica alle politiche dell'esecutivo di Benjamin Netanyahu e all'azione militare a Gaza con i rapporti con lo Stato di Israele, partner strategico importante per la sua capacità tecnologica in campo militare e non solo».
Chi detta parole dure contro l'iniziativa è il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «La collaborazione militare è la premessa della difesa della democrazia e della libertà. Chi è contro Israele alimenta l'antisemitismo. Chi è contro Israele è dalla parte dell'Iran che prepara armi nucleari per distruggere Israele e attaccare poi altre democrazie. Bisogna rafforzare la collaborazione con Israele, raddoppiare i memorandum nel campo militare e civile. Israele difende non solo se stessa ma la libertà di tutti noi. Chi è contro Israele è per la guerra, la distruzione e la morte».
Un'altra voce che si alza
in difesa di Israele è quella di Andrea Orsini, parlamentare di Forza Italia e amico di Israele. «La sinistra - spiega l'azzurro - continua a sposare un atteggiamento pregiudiziale e ostile verso Israele, unica democrazia dell'area ma anche un pezzo della nostra civiltà, e tutto questo contribuisce a un clima di antisemitismo.
La cosa fondamentale da ricordare è che Israele è il Paese aggredito, da una parte da Hamas, dall'altra dall'Iran che ragiona in termini di distruzione dello Stato di Israele, un Paese, l'Iran, dove è stato lanciato un concorso di vignette sulla negazione della Shoah. Difficile chiedere di dimenticare che ci sono vicini ingombranti che hanno come obiettivo programmatico la tua distruzione».