Silvio Berlusconi valuta la prossima mossa da fare. Prima di tutto c'è bisogno di cautela. All'indomani della nota del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si fa strada l'eventualità di un atto di clemenza da parte del Colle. La grazia, appunto. Ma perché questa venga concessa, c'è bisogno che prima venga chiesta. Ad oggi, però, nessuna richiesta è arrivata sul tavolo del Quirinale. "Il capo dello Stato ha voluto sdrammatizzare sul carcere - ha spiegato l'avvocato del Cavaliere, Franco Coppi, in una intervista al Corriere della Sera - ha indicato un percorso al termine del quale, eventualmente, si potr… ragionare sulla grazia". Tuttavia, almeno per il momento, non c'è nulla di concreto.
Le dichiarazioni, i retroscena e le voci di corridoio si inseguono in attesa che Berlusconi faccia la prossima mossa. "Accettare l’affidamento in prova ai servizi sociali o presentare la domanda di grazia - si spiega in ambienti molo vicini al Cav - significherebbe ammettere definitivamente la propria colpevolezza e l’accettazione definitiva della condanna". Non solo. Qualora arrivasse, la grazia non cancellerebbe la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Quindi non ne varrebbe la pena e la dichiarazione del Colle sul punto, si afferma, "lascia dunque il tempo che trova". Eppure la possibilità che il Cavaliere chieda la grazia al capo dello Stato non è stata scartata. Anzi. Ne parla anche l'avvocato Piero Longo in una intervista rilasciata a Radio Capital. "Se venisse chiesta e data la grazia ci potrebbero essere delle novità perché questa può riguardare parzialmente la pena - ha chiarito - anche le pene accessorie". "Questo dipende dalla decisione del presidente della Repubblica - ha concluso l'avvocato del Cavaliere - bisognerà vedere che tipo di provvedimento di clemenza verrebbe eventualmente concesso". Anche Coppi ha convinto che Napolitano non intende assumere alcuna iniziativa se non davanti a una domanda ben precisa. Insomma, il capo dello Stato avrebbe tracciato il quadro complessivo di tutte le soluzioni sgombrando dal campo, in questo modo, l'eventualità che il Cavaliere sconti la pena in carcere. In una intervista al Messaggero, poi, lo stesso Coppi ribadisce che nessuna decisione è stata ancora presa sulla richiesta di grazia. "Alla fine comunque sarà Berlusconi a scegliere - ha concluso - certo è una possibilità che viene valutata".
Intanto la sinistra continua a lavorare per far fuori Berlusconi dalla politica. Il presidente della Giunta per le Immunità Dario Stefàno ci sta lavorando giorno e notte. "L’eventuale grazia che potrebbe concedere Napolitano non c’entra nulla ai fini dell'incandidabilità - ha spiegato l'esponente del Sel - la grazia interverrebbe sull’esecuzione della pena principale e non sugli effetti della condanna".
Sulla stessa linea anche il piddì Luciano Violante, componente della Commissione per le Riforme istituzionali nominata dal premier Letta: "La decadenza e l’incandidabilità previste nella legge anticorruzione non sono pene, ma sono effetti della condanna, come l’iscrizione nel casellario giudiziario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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