Grillini senza freni: insulti antisemiti a Lerner

Il giornalista critica l'intesa con Ukip e finisce nel mirino dei fanatici

Grillini senza freni: insulti antisemiti a Lerner

Roma - Volano gli stracci tra Gad Lerner e Beppe Grillo. Il giornalista ha pesantemente criticato la scelta del comico genovese di ratificare il referendum telematico con il quale la base del Movimento 5 Stelle ha scelto l'alleanza euroscettica con il partito del britannico Nigel Farage.
«La propaganda di Farage contro gli immigrati e i musulmani, le sue uscite volgari contro i gay e contro la parità femminile - scrive Lerner su Repubblica -, vengono minimizzate da Grillo quando sul blog deve rintuzzare le critiche. Ma in realtà egli spera di giovarsene». Il giornalista va oltre e giudica con sospetto gli esiti del referendum on line. Togliere la possibilità dell'accordo con i Verdi, spiega, è stata una mossa politica forte che ha dato una direzione precisa al futuro del movimento in Europa. Ma ha anche rinnegato anni di battaglie ambientaliste portate avanti da Grillo prima del successo elettorale nelle ultime politiche.
Con questo articolo Lerner si è guadagnato la gogna del blog grillino. Il comico genovese ha infatti riportato nella rubrica ad hoc dedicata alla stampa faziosa il testo di Lerner. Ovviamente ai militanti non sono piaciute le parole di Lerner, soprattutto quando scrive che «il referendum on line è stato una caricatura imbarazzante della cosiddetta democrazia della rete». Molti sulla pagina Facebook di Grillo si sono abbandonati a commenti poco urbani. Alcuni hanno anche fatto accenni antisemiti. Il sito d'informazione Lettera 43 ha quindi lanciato l'allarme circa il livello raggiunto dagli insulti. Tanto che lo stesso Lerner ha poi chiesto a Grillo, attraverso un messaggio pubblico lanciato su Twitter, di «fare pulizia» sul suo blog: «Chiederei a @beppe_grillo se, per sua igiene, volesse gentilmente cancellare dal blog i soliti commenti antisemiti. Grazie»
Lerner aveva tra l'altro articolato il suo commento negativo partendo proprio dalla nuova posizione assunta dal Pd di osservanza renziana, spiegando che proprio questo aveva indotto Grillo a sterzare nella direzione opposta. «Se il Pd di Matteo Renzi occupa saldamente lo spazio riformista dell'innovazione politica - recita il testo «incriminato» -, è da destra che Grillo ritiene di controbatterlo. Optando con il reazionario Farage per l'ideologia dei popoli ribelli all'Unione, non da riformare ma da mandare a gambe per aria. Un'alleanza spaccatutto, nelle intenzioni di chi la battezza sperando che l'architettura dell'Ue non regga questo passaggio difficile. Il referendum on line è stato una caricatura imbarazzante della cosiddetta democrazia della rete. Nessuno infatti obbligava i grillini ad apparentarsi nel Parlamento europeo».
A difendere la scelta delle modalità con cui è stato gestito il referendum ci ha pensato, sempre sul sito di Grillo, il politologo del Movimento, Paolo Becchi, con un articolo che già dal titolo ricorda una metafora andreottiana: I cocomeri di regime, verdi fuori e rossi dentro. «I verdi sono un puntello della politica socialdemocratica tedesca - spiega Becchi -, che a sua volta è un puntello dell'austerità della Merkel.

Oggi tutti i giornali scrivono sul fatto che votando per Farage il Movimento 5 Stelle si sposta a destra e come loro avrebbero preferito la sinistra guerrafondaia e favorevole all'austerity dei verdi o quella nostalgica di Tsipras. Un'alleanza con questi gruppi avrebbe però frenato la forza propulsiva di rottura del Movimento verso l'attuale architettura istituzionale dell'Unione Europea».

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