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Grillo accusa Letta ma dimentica il suo "nipote d'arte"

Enrico Grillo è persino nello statuto del Movimento. E tra gli eletti gli episodi di Parentopoli abbondano

Grillo accusa Letta  ma dimentica  il suo "nipote d'arte"

Roma - «State molto attenti a fare dossier su famiglie e moglie, attenti perché noi faremo altrettanto. Non è un consiglio, è proprio una minaccia». Così ai giornalisti due giorni fa. Paura. Ma nella parenteide si è infilato invece Grillo per primo. Con la storia di Enrico. Letta, «il nipote mantenuto». Mentre minacciava i giornalisti di tenersi lontani dagli alberi genealogici, il comico prendeva per il naso il presidente del Consiglio per la sua parentela con Gianni lo zio. E via così, a dire che Letta sa far solo il nipote.

Il problema è che anche Grillo ha un nipote. Anche il suo giovane riveste un ruolo di partito: è vicepresidente del Movimento Cinque Stelle. E anche il «ragazzo» si chiama Enrico. Proprio così. Gli Enrichi nipoti sono due. Uno è Letta junior, presidente del consiglio. L'altro è Grillo junior, vice dei Cinque Stelle. Enrico Grillo è figlio di Andrea, fratello maggiore di Beppe. Enrico due nella vita fa l'avvocato, è anche il legale di Gianroberto Casaleggio. Ma del movimento fondato dallo zio è formalmente l'erede al trono.

Più in ombra di Casaleggio, che già abita emisferi impalpabili lontani dai riflettori, Enrico Grillo è in realtà una delle menti del Movimento. È sua la stesura dei quesiti referendari lanciati con i V day, e di fatto è anche il legale di fiducia dei grillini.

Praticamente stessa generazione dell'Enrico numero uno, questo Enrico ha 42 anni e nel 2002, appena trentunenne, si trovò a sostituire Carlo Taormina nel processo d'appello contro Stefano Diamante, accusato di aver ucciso la madre per non farle scoprire la laurea finta.

Zio Beppe insomma, attaccando Letta, si era dimenticato per qualche minuto il suo Enrico. Sono forse i tanti pensieri che agitano la mente dal capo a cinque stelle ad averlo distratto. La trasferta romana per redarguire i deputati che non intendono riconsegnare una parte della diaria per le spese sostenute a Roma non è andata granché. La maggioranza, certo, è con lui. Ma in trenta, si dice, sarebbero davvero stufi della coppia Grillo-Casaleggio. Ripetono che la riconsegna della diaria non era prevista dal regolamento. Intanto sul blog gli elettori fustigano i traditori. Beppe non può sconfessarli: «La faccia ce la metto io», ripete sconsolato.

Tornando ai parenti, l'accusatore di Letta si è anche dimenticato un bel po' di intrecci di sangue nel M5s. Nel collegio Lazio 2, a Latina, sono stati eletti madre e figlio. Ivana Simeoni, operatrice del servizio 118 cittadino, senatrice, e Cristian Iannuzzi, deputato. Pur riducendosi la metà dell'indennità, a casa di mamma e figlio arriva comunque la cifra piena dei 10mila euro lordi che normalmente spettano a un parlamentare (diaria esclusa). Il Movimento li ha sempre difesi, sostenendo che Cristian e la mamma sono stati candidati dai cittadini, attraverso le parlamentarie (o parentarie?). Anche in Lombardia ci sono famiglie che hanno scelto compattamente la causa grillina, trovandosi così tutti in politica. È il caso delle senatrici Giovanna Mangili e Laura Bignami, mogli di consiglieri M5s a Cesano Maderno e Busto Arsizio. Non è Parentopoli: è passione, risponde il Movimento. Mangili sta anzi cercando di dimettersi da senatrice «per motivi personali», in realtà proprio perché non vuole che la sia accusi di «inciuci». A Mira, il sindaco Alvise Maniero ha piazzato un nuovo assessore all'Ambiente in sostituzione di Roberta Angnoletto, al settimo mese di gravidanza. La prescelta è Maria Grazia Sanginiti, moglie del deputato Emanuele Cozzolino.

Un'altra famiglia pentastellare: Azzurra Cancellieri, deputata, è sorella di Giancarlo, capogruppo M5S in Sicilia.

Onore invece a Tiziana Buccarella, sorella di Maurizio, che ha rinunciato allo scranno dopo che anche il fratello aveva vinto in Puglia, come lei, le parlamentarie.

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