RomaAdesso è Beppe Grillo a essere sotto scacco. O cambia lui, o il Movimento esplode. Sono moltissimi i segnali che spingono verso questa direzione nei Cinque Stelle. Se non arriva un cambio di linea, allora sì la scissione è vicina. Almeno una ventina di deputati e una decina di senatori non si riconoscono nei toni e nelle purghe del capo. I dissidenti non sono più mine vaganti. E ora c'è anche una ribelle kamikaze. Adele Gambaro da Bologna, che lancia la seconda sfida a chi l'ha politicamente creata. Dopo l'accusa a Grillo di essere lui «il problema del Movimento» e l'invettiva del comico che l'ha praticamente cacciata dal partito via web, lei non fa una piega. Incredibile: «Non voglio fare nessun passo indietro. Assolutamente non passo al Misto. Io sono ancora nel Movimento 5 stelle e ci rimango finché non dovessero decidere di espellermi», ha precisato ieri. Gambaro chiede anzi le scuse di Grillo per come l'ha trattata nel post di martedì, definendola un «nulla».
Grillo ha reagito ugualmente mantenendo il punto: ricorda sul blog alla sua accusatrice che durante la campagna elettorale considerava indispensabile per un eletto, in caso di cambiamento di opinione, l'abbandono del Movimento, e quindi torna a metterla all'angolo: «Perché la senatrice non rispetta quanto promesso nero su bianco agli attivisti che le hanno dato fiducia con il voto delle parlamentarie?». Gambaro ha avuto un incontro con l'attuale e l'ex capogruppo, Morra e Crimi, ma al termine ha chiarito: «Se Grillo mi minaccia lo denuncio».
Anche ieri è stata una giornata di guerra. E sul blog è uscito allo scoperto un «consigliere comunale che ogni giorno dà l'anima», Antonio Giacon: «Sono molto amareggiato - ha scritto, a commento di Grillo - Non c'è giorno che uno si incazzi con l'altro che uno sbotti, che uno scappi. Diamoci una regolata o altrimenti il banco salterà e il Movimento si distruggerà». Eccola la paura dei grillini adesso: l'autodistruzione.
La linea dell'eroina antiGrillo però alla fine paga. A questo punto espellerla diventa più complicato. «Mi opporrei all'espulsione di Gambaro», ha precisato per esempio il senatore Francesco Campanella, che minimizza i litigi. Un altro che non si piega ai diktat padronali è Bartolomeo Pepe: se si va avanti così «siamo destinati ad autodistruggerci». L'espulsione tra l'altro dovrebbe essere decisa dai gruppi congiunti di Camera e Senato, e molti temono una lacerazione che offrirebbe una pessima immagine.
Il nervosismo emerge anche da piccoli episodi di una certa gravità. La trasmissione Quinta Colonna di Del Debbio ha mandato in onda un servizio in cui un giornalista è stato pesantemente offeso da un senatore. Vittorio Romano ha intervistato alcuni grillini sul caso Gambaro. A uno di questi, Mario Giarrusso, ha domandato se il senatore milita ancora nei cinque stelle. «E lui mi ha risposto - racconta il giornalista: Lei è ancora nel genere umano?». Poi un'altra accusa: «Il suo editore deve andare in galera e qualcuno deve essere radiato dall'ordine dei giornalisti». Il senatore sempre più irritato ha chiesto l'intervento di due carabinieri all'esterno del Senato.
Anche le periferie iniziano a creare problemi a Beppe.
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