Roma - Una sola idea in testa, una sola proposta: un governo a Cinque Stelle. Beppe Grillo si è presentato al capo dello Stato Giorgio Napolitano senza imbarazzi per le tante sarcastiche critiche degli ultimi anni (dalla definizione di «Morfeo» in poi) e senza la valigetta diplomatica, ma con un mantra, quello del no a ogni appoggio a un esecutivo che non sia un monocolore pentastellato. Lo dicono Roberta Lombardi e Vito Crimi, capigruppo alla Camera e al Senato e accompagnatori di Grillo, in una mini conferenza stampa dopo la consultazione al Quirinale: «Abbiamo chiesto ufficialmente un incarico di governo per realizzare il nostro programma. Il M5S è stato il primo per numero di voti, la prima forza politica alle elezioni. Per questo chiediamo ufficialmente un incarico di governo per realizzare il nostro programma. Finora nonostante la dimensione del successo elettorale non è stata data alcuna rappresentanza istituzionale al M5S. Non la presidenza della Camera né la presidenza del Senato. Le cariche istituzioni sono state oggetto di mercanteggiamento tra partiti e non espressione del riconoscimento della volontà popolare». Concetti forti, ma basati su un presupposto sbagliato: il M5S infatti al Senato ha riportato 1.299.481 voti in meno del Pd, e alla Camera, considerando anche il voto degli italiani all'estero (secondo il principio grillino dell'uno-vale-uno) 148.116 voti.
Un fact checking che non scoraggia Grillo, che poco dopo sul suo blog, mentre si allontana da Roma, ripete le stesse cose: «Il M5S chiede un mandato pieno dal presidente della Repubblica per potersi presentare in Parlamento, esporre il suo programma di governo, per chiedere il voto di fiducia. Nel caso il presidente della Repubblica accordi l'incarico il M5S presenterà un suo candidato alla presidenza del Consiglio. Il M5S attribuisce a questa richiesta un atto di estrema responsabilità verso il Paese. Se questa richiesta non venisse accolta, il M5S, come forza di opposizione, chiederà la presidenza delle commissioni del Copasir e della Vigilanza Rai. Il M5S non accorderà alcuna fiducia a governi politici o pseudotecnici con l'ausilio delle ormai familiari foglie di fico come Grasso. Il M5S voterà invece ogni proposta di legge se parte del suo programma».
La giornata di ieri è stata anche quella dell'ennesimo appuntamento mancato tra Grillo e i giornalisti, che invano hanno cercato di strappare al comico genovese qualche dichiarazione: «Finché i giornalisti non cambiano atteggiamento verso di me, per me non esistono», la fatwa ricevuta da Alessandro Poggi, della trasmissione tv Ballarò. È stato invece rinviato alla prossima settimana il previsto incontro tra una delegazione del M5S e l'ambasciatoe Usa David Thorne. Domani invece i parlamentari grillini si trasferiranno in Val di Susa per partecipare alla giornata di mobilitazione del fronte No Tav. Deputati e senatori a cinque stelle varcheranno i cancelli del cantiere per la Torino-Lione di Chiomonte (Torino) per compiere un'ispezione.
Alle manifestazioni parteciperanno anche esponenti di Sel, ma dal Movimento si esclude la possibilità che il tema diventi un tavolo di trattative: «Non facciamo accordi con nessuno. Non si può vendere il valore di una lotta che dura da vent'anni per un governo, che se va bene dura qualche mese. La Tav è centrale, ma non può essere merce di scambio», dice il senatore grillino Marco Scibona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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