RomaLa testata sembra volutamente una prima pagina degli anni Quaranta, in tempo di guerra. Il titolo, a tutto piombo: «Le dimissioni di Letta. Grillo capo del governo». Napolitano «assume il comando delle forze armate». E «Grillo alla Nazione: si serrino le fila intorno al Movimento cinque stelle vivente immagine della patria». A parte il fotomontaggio angosciante, e l'autoironia da saggio di psicanalisi, dal suo blog il capo a cinque stelle annuncia: «Chiedo un incontro con Napolitano». Grillo per ora continua a lanciare nell'etere messaggi senza farsi vedere. Lo aspettavano a Roma per il Restitution day, la consegna delle indennità e di parte delle diarie dei grillini allo Stato. Dopo giorni di confusione, le liste ora dovrebbero essere quasi completate. Il grande giorno è stato fissato per giovedì. Deputati e senatori rinunciano a un milione e mezzo di euro. Ma Grillo non viene a Roma.
Dal blog, toni apocalittici: il capo dello Stato dovrebbe andare in televisione a dire la verità agli italiani sulla crisi, «imporre» la cancellazione del Porcellum e sciogliere il Parlamento: «Dica la verità sullo stato dell'economia, sulle misure che dovremo prendere, sui sacrifici enormi che ci aspettano. Quest'agonia non può durare». L'italiano «può diventare feroce».
Per ora è un gioco. Dal Quirinale fanno sapere che Grillo non ha chiesto alcun incontro con il presidente della Repubblica. Comunque non «nei modi necessari», si apprende informalmente, perché il capo dello Stato «possa prenderla in considerazione». Il blog non è ancora entrato negli schemi protocollari del Colle.
Grillo torna a puntare sulla crisi: «La disoccupazione ha toccato il record storico dal 1977». Persino «il fascismo ebbe il pudore di far cadere Mussolini, e indirettamente di condannarsi, il 25 luglio 1943, giorno del Gran Consiglio. Questi resistono come delle cozze».
I ragazzi di Grillo, invece, finalmente hanno trovato un obbiettivo sensibile. Non sono gli eletti al Senato e alla Camera (dove i grillini sono riusciti a depositare proprio ieri una proposta di legge per togliere l'Irap alle piccole imprese), ma i consiglieri regionali. Nel mirino, il governatore Nicola Zingaretti: il Movimento cinque stelle ha presentato un esposto alla Corte dei Conti sulle consulenze concesse dal presidente della Regione Lazio: «I consiglieri del M5S hanno trovato le delibere segrete in cui si moltiplicano posizioni, si creano posti ad hoc, e si assumono persone senza requisiti e senza selezione».
La delibera «segreta», spiegano i grillini, è la numero «120/2013», che «permette al segretario generale di istituire posizioni dirigenziali individuali, e che non è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale». Più altre delibere «dove si duplicano incredibilmente incarichi e posizioni dirigenziali». La replica della Regione Lazio: non esistono «delibere segrete» e con il nuovo corso è partito «un taglio degli incarichi». La giunta sta valutando «di procedere con una querela».
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