È guerra aperta tra i grillini Ora i ribelli sono almeno 30

Il movimento si spacca e il capogruppo alla Camera accusa: "Ci vogliono comprare". Lunedì il verdetto finale sull'espulsione della senatrice Gambaro

È guerra aperta tra i grillini Ora i ribelli sono almeno 30

Roma - Adele adesso si penta, rientri subito nei ranghi, «chieda scusa a Grillo», si sottometta al capo. Il soviet del movimento ha già deciso: o la Gambaro fa autocritica, o è fuori. La terza via non c'è perchè, se il dissenso non sembra ammesso dalle parti delle Cinque Stelle, figuriamoci il delitto di lesa maestà. «Riteniamo che la senatrice abbia attaccato in maniera eccessiva e troppo forte Beppe Grillo, con il quale M5S non va identificato ma che rappresenta per tutti noi una grandissima risorsa», così la spiega Nicola Morra, capogruppo a Palazzo Madama.

Lunedì il verdetto finale: i parlamentari, prima di decidere in assemblea congiunta, prendono un po' di tempo. «Continueremo a ragionare - dice ancora Morra -. Il confronto è il sale della democrazia e in questa occasione servirà pure per capire perchè una senatrice che non ha mai esternato disagio, abbia rilasciato quelle dichiarazioni che nessuno di noi condivide». Insomma, la Gambaro sarà processata. Intanto «l'imputata» è sparita da due giorni, non si è presentata nemmeno alla riunione del Senato: «Ha chiesto lei di essere lasciata in tranquillità». Quanto alla sentenza, appare davvero scontata: «Grillo è colui che ha fatto nascere il Movimento e che merita comunque rispetto. Intoccabile? No, gli si può anche dire “hai sbagliato?, ma si deve farlo con gratitudine».
Eppure c'è ancora spazio per un colpo di scena. Almeno trenta senatori sono contrari all'espulsione della Gambaro. «Lunedì sarà una guerra e se Adele veramente sarà cacciata, si andrà verso una scissione», racconta un parlamentare grillino. Altri definiscono le parole della senatrice «critiche politiche», che sono più o meno condivisibili e che però «non violano alcuna norma dello stato nè del codice di comportamento». E poi, come racconta una deputata, «se si comincia con le espulsioni non si sa dove si finisce, bisogna fare in modo che non si spacchi il movimento». Alessio Tacconi le sue perplessiotà le mette su Twitter: «Caro Beppe, contro l'establishment, non contro il dissenso!».

E tra ortodossi e ribelli, ecco spuntare i mediatori. «Non condivido quanto ha detto Adele, ma non per questo penso che debba essere cacciata», dice un fedelissimo del capo come Roberto Ciotti. E Serenella Fucksia: «I senatori sono tutti compatti nell'escludere qualunque ipotesi di espulsione di Gambaro. Non può esistere che uno venga allontanato per un motivo del genere. Adele ha espresso un pensiero personale».
Perdono o tollerenza zero? M5S è nel caos, come si vede dalla denuncia di Riccardo Nuti: «È in atto una compravendita di parlamentari». Violente le reazioni: «Faccia o nomi o chiederò la sua di espulsione», dice Mario Giarruso. E Francesco Campanella lo accusa di intelligenza con il nemico. Sì, è davvero un brutto momento per i Cinque Stelle. Anche gli intellettuali amici e di riferimento prendono le distanze.

Scrive Paolo Flores d'Arcais: «Forse la Gambaro sbaglia, ma se si vuole discutere seriamente bisogna farlo senza tabù. In questi tre mesi è mancata l'azione». Sentenzia Gino Paoli: «Se vogliono cambiare il futuro, non devono cascare nella trappola del potere».

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