Per la prima volta è stata riprodotta su un chip una grave e rara malattia cardiaca infantile, la sindrome di Barth: a provocarla è la mutazione di una proteina ironicamente battezzata come «tafazzina» (in onore del personaggio comico Tafazzi di Mai dire gol) dai ricercatori del Cnr di Pavia che la scoprirono negli anni '90. Il tessuto del cuore malato è stato coltivato sul chip dai ricercatori dell'università di Harvard partendo da cellule staminali ottenute da due pazienti.
Grazie a questo innovativo sistema sarà possibile studiare meglio i meccanismi della malattia nei singoli individui, testando velocemente più farmaci in contemporanea: un passo decisivo verso la medicina personalizzata, come annunciato sulla rivista Nature Medicine. I primi risultati sono già stati ottenuti proprio nei laboratori di Harvard.
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