Cronache

Ha spento 100 candeline ma è sempre più Forte

Esattamente un secolo fa la "scissione" dal Comune di Pietrasanta. Storia di un luogo diventato mito

Se non fosse per le vie del centro che in 100 anni hanno visto sparire le vecchie botteghe per lasciare il posto alle grandi firme della moda, per il resto Forte resta sempre Forte. Con le sue cabine in legno colorate e appoggiate sulla spiaggia rigorosamente fronte mare. Con le biciclette, la Capannina, le focaccine da Orlando a notte fonda, le feste nelle ville e le cene sulla spiaggia. Forte resta Forte (anche se non c'è più il gelato alla patata della gelateria Veneta...). Con quella vita un po' così, il giro in bici, la giornata in spiaggia, i racchettoni, il bagno, il patino (a remi). Eppoi il mercato del mercoledì, il caffè, l'aperitivo, la cena, gli amici... La vita del Forte è sempre uguale a se stessa. Con il suo profumo di gelsomini che delimita le ville di Roma Imperiale. E i «forestieri» 5 stelle che tornano anno dopo anno a ritrovare i sapori dell'infanzia: dai 12mila del 1914 ai 40mila di oggi.

Esattamente oggi, un secolo fa, nasceva Forte di Marmi. Il 26 aprile 1914 viene istituito il nuovo Comune, grazie a una proposta di legge presentata da Giovanni Montauti e firmata dal re Vittorio Emanuele III proprio in quella data. Forte si stacca dal Comune di Pietrasanta perché «i fortemarmini pensavano di non avere troppa attenzione», racconta l'attuale sindaco Umberto Buratti. Invece già a fine '800 si cominciava a delineare quello che sarebbe stato il futuro della cittadina del litorale toscano che, a tutt'oggi non conosce crisi. Nel 1912 gli abitanti di Forte dei Marmi sono 3400 ma in estate arrivano già 8mila «forestieri» che l'anno dopo sono 12mila.

Le case sono poche. Poco più di un migliaio, anzi 1040 per l'esattezza e 60 in costruzione. Qualcuno comincia ad affittare la sua casa, magari per pagarsi il mutuo e nel frattempo passa l'estate in due stanze costruite lì a fianco. Il marmo non è più l'unica vocazione, anche se è proprio da lì che Forte prende il suo nome. Il primo nome illustre che bazzica per queste strade è niente di meno che Michelangelo. È lui che «disegna» la via che ancora oggi dalle Apuane scende verso il mare e arriva dritta al pontile. Qui infatti c'era il piazzale per il deposito dei marmi bianchi che venivano trasportati in tutto il mondo. Il «Forte» viene realizzato dagli Asburgo Lorena laddove ai tempi di Michelangelo c'era poco più di una baracca di legno.

Da allora su quella fetta di spiaggia di nomi e cognomi ne sono passati a centinaia. Capitani di industria, letterati, pittori e calciatori, fino ai magnati russi. Qui oggi abita Bocelli, ma si trovano in vacanza da Moratti a Buffon, da Benito Benedini a Alberoni. Qui si sono incrociate le storie della famiglia Agnelli che acquistò una delle prime ville, quella villa Costanza che l'ammiraglio Morin, senatore del regno, fece realizzare a fine Ottocento e chiamò col nome della moglie e oggi diventata l'hotel Augustus. Il sindaco Buratti tira fuori documenti che sono delle vere e proprie chicche. Come il referendum fatto nel 1951 dal quotidiano locale la Nazione in cui si chiedeva ai villeggianti un parere su Forte dei Marmi. Rispose Montale, Eugenio, che lamentava la presenza di troppi «tubi di scappamento» e suggeriva di eliminare qualsiasi rumore «soprattutto intorno al caffè Roma». Già, il caffè Roma (che c'è ancora) e il quarto platano. Lì ai primi del Novecento si ritrovavano Carrà, Soffici, Montale Ungaretti, Pea... «Era luogo di incontro e di ispirazione», racconta il sindaco. E dopo di divertimento. Gli anni '60, la Capannina, consacrata nel film Sapore di mare. Forte è sempre più «di moda» «anche grazie all'attenzione delle varie amministrazioni di non stravolgere il suo genius loci», riconosce il sindaco. Basti pensare che nel primo dopoguerra, uno dei primi regolamenti edilizi vietava di costruire case più alte del pino marittimo. E oggi? È di qualche giorno fa la sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione al Comune e vieta di aprire slot in centro. Così come in centro non possono aprire kebab e paninoteche ed è vietato tagliare l'erba nel week end. Forte deve restare sempre Forte, con il suo verde e la tranquillità.

Quel «valore» che in 100 anni ha dimostrato di essere senz'altro vincente.

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