Il processo a Dell'Utri è da rifare. La Cassazione ha annullato la condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa di Marcello Dell’Utri, rinviando gli atti alla Corte di appello di Palermo, che dovrà pronunciarsi di nuovo sul caso. La Cassazione inoltre ha dichiarato inammissibile il ricorso con cui la procura generale di Palermo chiedeva un aggravio di pena per il senatore del Pdl sostenendo che il reato è proseguito anche dopo il 1992. Dell’Utri ha accolto "con sollievo" la decisione della Cassazione. "Finalmente ho trovato una magistratura che mi ha giudicato in maniera serena", è il commento che il senatore ha fatto ad uno dei suoi legali, l’avvocato Massimo Krogh. Poi ha fatto sapere che affronterà "il nuovo processo ancor più convinto della mia innocenza che ho testimoniato in tutti questi anni, fiducioso nella giustizia".
"La decisione della Cassazione - è il primo commento dei legali del senatore del Pdl, avvocati Pietro Federico e Giuseppe Di Peri - dimostra che nei confronti di Dell’Utri sono stati fatti dei processi contrari al diritto, e la Suprema Corte, nonostante le pressioni che si sono manifestate in questo ultimo periodo, ha preso una decisione coraggiosa ma pienamente aderente ai principi del corretto funzionamento della giurisprudenza".
Il procuratore generale, Francesco Iacoviello, nella sua requisitoria aveva chiesto il rigetto del ricorso, presentato dalla procura della corte d’appello di Palermo, per chiedere una condanna più pesante nei confronti di Dell’Utri. In alternativa aveva proposto che la vicenda sia trattata dalle sezioni unite penali della Suprema corte.
Il pg aveva iniziato il suo intervento denunciando le "gravi lacune" giuridiche contenute nella sentenza d’appello: la mancanza di motivazione e la mancanza di specificazione della condotta contestata a Dell’Utri. Il pg, inoltre, ha dato atto al collegio della V sezione di essere di "grandissimo e indiscusso profilo professionale". Il collegio, infatti, è stato criticato da numerosi articoli di stampa e il Csm ha aperto una pratica a tutela.
"Nessun imputato - ha aggiunto Iacoviello - deve avere più diritti degli altri ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri: e nel caso di Dell’Utri non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio".
Il pg ha inoltre sottolineato che nel processo a Dell’Utri, per concorso esterno, "l’accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza Mannino della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere". Il Pg ha insistito che descrivere l’imputato come "il referente o il terminale politico della mafia, non significa nulla: non si fanno così i processi, si devono descrivere i fatti in concreto".
Il Pd: nessuno dica che non esiste il garantismo
"Dopo la decisione della Cassazione sul processo a Marcello Dell’Utri almeno speriamo che nessuno osi più dire che la giustizia italiana non è garantista", ha detto Laura Garavini, capogruppo Pd nella Commissione Antimafia.
Gasparri: demolite le toghe politicizzate
"Ovviamente bisognerà valutare gli atti con attenzione - sottolinea il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri -. Ma le parole del Pg e la decisione della Cassazione sembrano demolire l’azione di militanza politica portata avanti nel caso Dell’Utri da alcuni settori della minoranza politicizzata della magistratura. A Palermo archiviarono le inchieste di Borsellino su mafia e appalti, hanno fatto di Ciancimino jr una icona antimafia mentre era vero il contrario, hanno fatto processi sbagliati mentre bisogna fare una lotta sempre più dura alla mafia. Ora che diranno tutti coloro che hanno detto e scritto cose che la Cassazione cancella?".
Bondi: nessuno sanerà le sue sofferenze
"L’annullamento del processo a carico di Dell’Utri è una buona notizia, per cui non possiamo che rallegrarci - dichiara il coordinatore del Pdl
Sandro Bondi - ma al tempo stesso non possiamo non ammettere amaramente che nessuno potrà mai sanare la gravità delle accuse e il peso delle sofferenze patite ingiustamente dal sen. Dell’Utri nel corso di questi anni".
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