Durante l’ultima puntata di Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico condotto ogni lunedì sera dal giornalista Nicola Porro, si parla della riforma della giustizia, il tema più attenzionato dalla politica nostrana in questo momento e forse il più discusso tra gli opinionisti. Il testo della riforma, giova ricordarlo, è passato anche al Senato la scorsa settimana. Le polemiche, però, non si sono risparmiate: la sinistra ha gridato subito al pericolo autoritario invocando addirittura i pieni poteri. Un'accusa gravissima che Porro ha subito rilanciato ai suoi ospiti.
Incalzato da Porro, un altro giornalista come Bruno Vespa ha voluto mettere in ordine due o tre concetti per rispondere alle critiche di una parte dell’opposizione e della maggior parte delle penne progressiste. "Tutti i magistrati che hanno rovinato tanta gente e quelli che hanno fatto cose meravigliose hanno fatto tutti una carriera stupenda, ma questo ti pare giusto?", ha esordito subito durante il suo intervento puntando il dito contro i soliti casi di ingiustizia all’italiana. Un’affermazione tanto aspra quanto purtroppo veritiera. Poi, a stretto giro, un commento sulla separazione delle carriere, un altro dei punti della riforma che, molto probabilmente, dovrà essere confermata con un referendum popolare la prossima primavera.
"L'Italia è l'unico Paese dove il Pm è indipendente, quindi non vedo il rischio”, fa notare il giornalista ai suoi interlocutori. Non manca una stoccata prettamente politica.
Qui i destinatari sono gli esponenti del campo largo e di tutte quelle forze che si metteranno contro la riforma della giustizia. "La sinistra ha cambiato obiettivo, spostandolo sulla Meloni e tutta la campagna elettorale è stata fatta contro la Meloni”, conclude in maniera sarcastica.