"Hanno smantellato la sicurezza: errore togliere i soldati dalle strade"

Daniela Santanchè, capolista in Lombardia: "La giunta arancione è un disastro Pensa a matrimoni gay e immigrati ma dimentica i cittadini"

La parlamentare del Pdl Daniela Santanchè
La parlamentare del Pdl Daniela Santanchè

Milano - Onorevole Santanchè, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, chiede chiarimenti alla rappresentanza diplomatica americana dopo l'«allerta sicurezza» inviata dal console ai cittadini Usa residenti in città. Insomma, per lui il console si sbaglia. Lei che ne pensa?
«Io penso che Pisapia sia stato un disastro. Questo sindaco ha rifiutato la presenza dell'esercito nelle strade, ha rifiutato di incontrare i sindacati di polizia e invece parla un giorno sì e l'altro pure con i centri sociali. Sono segnali della sua impostazione ideologica. Lui pensa ai matrimoni gay, agli immigrati, tutte cose che non sono certo priorità dei milanesi. E intanto viviamo un'escalation drammatica».
I dati parlano di reati in calo complessivi e di una recrudescenza dei reati predatori, quelli che generano allarme sociale. E si stima un aumento nel 2013.
«La sicurezza percepita è importante quanto quella sostanziale. Anche per questo è fondamentale la presenza dell'esercito. Il problema è che per noi vedere una divisa in strada dà sicurezza, loro si sentono minacciati. È per questo che non hanno voluto esporre il manifesto per il rientro in Italia dei due marò».
Ma il Comune ha gli strumenti per intervenire?
«Il Comune di Milano ha dismesso le politiche di sicurezza. Parliamo dell'esercito, una scelta che la dice lunga, ma anche dei quartieri trasformati in suk, dell'accattonaggio che è tornato sulle strade, degli strumenti che il nostro governo aveva messo a disposizione e che sono stati smantellati».
Le ordinanze comunali sulla sicurezza?
«Noi insisteremo moltissimo su questo. E presenteremo le nostre proposte in settimana. Io capisco che si parli molto di economia perché è il problema centrale ora. Ma anche questo è un valore. Per noi la libertà è come l'aria. E se non c'è sicurezza non c'è neanche libertà. Parlo soprattutto delle donne, che ormai vengono stuprate negli androni anche in pieno giorno».
Può anticiparci una di queste proposte del centrodestra?
«Secondo noi il Comune, al momento di concedere la carta di identità, deve verificare la situazione degli immigrati. Casa, lavoro, scuola. I nostri sindaci lo hanno fatto. Mario Mantovani (coordinatore regionale Pdl, ndr) ad Arconate lo ha fatto. Ma parliamo anche di incentivi ai condomini, perché si attrezzino con sistemi di illuminazione e sorveglianza. Parliamo di cose semplici, come l'illuminazione - perché il buio incoraggia i malintenzionati. E del ritorno dei militari ovviamente».
Sono proposte in gioco alle elezioni di febbraio?
«Intanto se vince Ambrosoli in Lombardia porterà in Regione - a Bergamo, a Brescia e nelle altre città - questa agenda Pisapia, questo modello, che poi è il modello Vendola».
Ma il voto politico peserà concretamente sulla sicurezza quotidiana dei cittadini?
«Io non credo che gli italiani vogliano avere dati sulla criminalità e la sicurezza come quelli di Milano».
Se vincesse il centrosinistra lei chi immagina al Viminale?
«Mah, non lo so, anche perché credo che abbiano già fatto l'accordo con Monti.

O magari lo faranno con Ingroia, per cui ci vedremo Oliviero Diliberto».
E se invece vincerete voi?
«Maroni è stato insuperabile. Credo che sarà una garanzia anche in Regione. Ma chiunque sarà, noi abbiamo le carte in regola».

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