Ho una domanda per Elly Schlein, Gramellini sbaglia e Garlasco: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le misure di Andrea Sempio, lo sfratto a mazzate e i tagli al cinema

Ho una domanda per Elly Schlein, Gramellini sbaglia e Garlasco: quindi, oggi...

- Io vorrei tanto chiedere a Elly Schlein questa cosina, semplice semplice: ma cosa la spinge a fare una campagna così tanto veemente contro il taglio alle sovvenzioni al cinema italiano? Cioè: giusto o meno che sia, ma chi se ne frega? O meglio: cosa pensa che importi alla stragrande maggioranza degli italiani, quanti voti pensa che la strenua difesa dei privilegiati in red carpet possa portare? È un po' come quando Schlein decise di sposare le battaglie dei rider (a proposito: novità?) che portano il cibo in giro agli italiani per qualche spiccio. A chi ha appassionato, quel motto elettorale? A nessuno. Perché tutti almeno una volta abbiamo prenotato online la cena e col cavolo che vogliamo pagare di più la spedizione. Lo stesso dicasi per i film: non ci saranno più le celeberrime fiction italiane? Sticacchi: guarderemo Netflix. Capisci a me, Elly?

- Quindi, fatemi capire: a 18 anni dal delitto di Chiara Poggi noi prendiamo le misure antropometriche di Andrea Sempio per riscrivere la scena del crimine. 18 anni dopo? Leggo sul Corsera che all'Istituto di medicina legale di via Mangiagalli di Milano è stato sottoposto a misurazioni di tutto il corpo: caviglie, piedi, arti superiori, statura e peso. Caviglie? Statura? Peso? Ma come possono pensare che non siano cambiati certi valori rispetto al giorno del delitto? Sempio sarà ingrassato o dimagrito da quel giorno, no?

- Sono dell'idea che i processi per i delitti, anche quelli gravissimi, dopo un certo periodo dovrebbero essere riaperti solo e soltanto di fronte a enormi, inequivocabili, novità. Non è possibile ripetere per Sempio lo stesso calvario toccato a Stasi, quale che sia il vero colpevole dell'omicidio.

- Oggi Massimo Gramellini frigna per il video dello sgombero a picconate messo fin opera a Bologna, dove gli agenti hanno fatto irruzione nell’appartamento occupato abusivamente da mesi da alcune famiglie che, scaduto il contratto, non hanno liberato l’immobile. Si chiede il Nostro: “Davvero non si potevano offrire alternative a quella famigliola disagiata che non fossero una camera d’albergo a 40 chilometri dalla scuola e dall’istituto di logopedia frequentati dalla bambina? Davvero bisognava agire in pompa magna, alle 7 del mattino, quando lei e i fratelli erano ancora in casa? Qualcuno si è posto il problema dello sconvolgimento che avrebbe provocato in quei bambini assistere a una scena tanto violenta?”. Gramellini riconduce tutto a una mancata “umanità”. L’analisi somiglia tanto a quella di un bambino. E noi la critichiamo punto per punto.

- Primo: già che gli enti pubblici, cioè i contribuenti, si prendano la briga di trovare una soluzione alternativa alla famiglia mi sembra un gran privilegio. E il fatto che questi non vogliano andarci solo perché sono “a 40km dalla scuola” è imbarazzante. Ci sono studenti e lavoratori che fanno più strada, ogni mattina, per istruirsi o timbrare il cartellino. Non mi sembra un dramma organizzarsi coi mezzi pubblici.

- Secondo: in effetti forse non c’era bisogno di agire in pompa magna alle 7 del mattino, perché sarebbe bastato che i soggetti di cui sopra avessero liberato autonomamente l’immobile quando richiesto loro dal proprietario di casa. Ricordo che la data di scadenza del contratto di affitto la conoscevano da tempo, cioè dal momento in cui è stato sottoscritto, e forse era sufficiente mettersi d’impegno prima per trovare una situazione alternativa. 



- Terzo: per evitare l’abbattimento del muro, e quindi anche “lo sconvolgimento” provocato ai bambini, sarebbe bastato aprire il portone all’ufficiale giudiziario o ai poliziotti. Facile come bere un bicchier d’acqua. 



- Quarto: la presenza degli agenti in tenuta anti-sommossa è dovuta al fatto che all’interno dell’immobile non c’era solo la famiglia, ma anche i movimenti per la casa che si oppongono agli sgomberi. I quali avrebbero fatto meglio a restare a casetta loro (a proposito: perché non li accolgono loro?) senza alzare la tensione. Senza contare che dopo quanto successo a Castel d’Azzano o quei poveri carabinieri, fosse negli agenti incaricati di uno sgombero chiederei pure un cingolato per evitare rischi.

- Che poi il caso di Bologna spiega bene, ma proprio bene, per quale motivo i proprietari di immobili (che non sono ricconi, ma spesso classe media che utilizza l’investimento per avere una integrazione di reddito)

preferiscono gli affitti brevi a quelli 4+4. Proprio perché il rischio, un bel giorno, è quello di trovarsi nella condizione di non poter più disporre come meglio uno crede di un proprio bene.

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