
Roma - Le Officine di Fdi targate Meloni, Crosetto e La Russa fervono di attività. Stamattina sono al lavoro per «rifare l'Italia» al teatro Sistina, ma intanto il Cav ha rifatto Forza Italia, e la mossa potrebbe smuovere le già agitate acque degli orfani vecchi e nuovi del Pdl. Per vedere l'effetto che fa basterà aspettare ancora un po'. Nemmeno troppo, perché appunto, molti ingranaggi sparsi nel perimetro del centrodestra si sono già messi in moto per ricompattare il fronte degli ex An. Ora tocca capire che ruolo e che peso avrà la nuova Fi, nata ieri dopo lo strappo tra il Cav e il fronte alfaniano-governativo. Berlusconi adesso è sullo stesso terreno di chi aveva lasciato il Pdl prima del suo scioglimento - scegliendo di non appoggiare il governo delle larghe intese, come Fratelli d'Italia - e di quanti, Storace, Alemanno e briciole post-balcanizzazione finiana, sono al lavoro per riaggregare le forze di destra intorno allo storico e defunto simbolo di Alleanza nazionale. Due progetti non del tutto convergenti, per lo scarso appeal che un'An-bis riscuote all'interno di Fdi, ma entrambi fino a ieri considerati «alternativi» all'egemonia del Cav, soprattutto perché all'opposizione rispetto all'esecutivo. Con Forza Italia fuori dalla maggioranza, la presentazione del manifesto di «Officina per l'Italia», la proposta di aggregazione di Fdi «aperta a tutte le anime del centrodestra», ha una variabile in più di cui tener conto. Non una variabile da poco, ma Berlusconi, il personaggio che negli ultimi vent'anni ha incarnato la leadership per tutte quelle anime. I progetti di amalgama nell'area devono giocoforza fare i conti col ritorno in campo del Cav, che del rinato partito vuol fare il centro aggregante per la galassia dei moderati. Vedremo oggi come sarà accolto il ritorno. Di certo, ieri, non sono mancate frecciate al veleno e battute sarcastiche. Se Alemanno è dispiaciuto per il nuovo «dolore» toccato a Berlusconi, Giorgia Meloni dedica un perfido tweet al Cav che suggeriva ad Alfano di chiamare la sua truppa «Cugini d'Italia»: «Allora Forza Italia dovrebbe chiamarsi Nonni d'Italia». E Ignazio La Russa legge l'approccio morbido di Berlusconi rispetto ad Alfano come «l'unico modo» per nascondere d'aver perso «la golden share», la «chiave per far vivere o morire il governo».
Sui propositi di unità, però, La Russa non chiude, ma chiarisce le condizioni: primarie per la leadership e nessuna alleanza con la sinistra, due punti sui quali il fondatore di Fratelli d'Italia dice di «non aver sentito dire non solo da Alfano ma anche da Berlusconi».