Nel tessuto politico italiano, lontano dai Palazzi e dalle stanze che contano, si stanno formando saldature e collaborazioni inedite, il cui scopo non è ancora ben definito ma che potrebbero concorrere a ridefinire gli equilibri, soprattutto guardando a sinistra, molto a sinistra. Ha dell'inedito, infatti, la collaborazione che il movimento giovanile del Movimento 5 stelle di Roma, il "Network giovani" ha stretto con il partito dei Giovani Comunisti di Roma per l'organizzazione di un evento presso l'auditorium Spin Labs di Roma, un centro sociale occupato che si definisce come un bene comune e un cantiere di rigenerazione urbana.
In questo contesto, le due realtà hanno realizzato un'assemblea aperta sulla censura a fronte di una serie di eventi che sono stati cancellati prima al Polo del ‘900 e poi al Teatro Grande Valdocco di Torino, al quale avrebbero dovuto partecipare, tra gli altri, anche Moni Ovadia, Donatella di Cesare, Marco Travaglio, Tomaso Montanari e molti altri. Viene definita "un’assemblea su propaganda, repressione e libertà di pensiero in Italia" che vede come relatore il professore Angelo D'Orsi, noto per le sue posizioni apertamente e incondizionatamente pro Russia, che criticano fortemente il militarismo occidentale, la Nato e quella che definisce la "russofobia" diffusa nei media e nella politica europea. In passato è stato anche ospite di Russia Today, emittente di Mosca considerata un'emittente del Cremlino e sanzionata da Unione Europea e Stati Uniti come vettore di propaganda. È autore del libro "Catastrofe neolibrista - il regime che ha devastato le nostre vite" ed è spesso in tv a difesa delle sue posizioni.
Al di là del pensiero di D'Orsi, che è libro di esprimere e dire ciò che ritiene pià opportuno in nome del diritto di parola che la Costituzione italiana garantisce a tutti nel rispetto della democrazia e dei suoi valori, il focus deve restare sulla saldatura tra i gruppi giovanili comunisti e pentastellati. Da un lato, i giovani del M5s, eredi di un movimento nato come catino post-ideologico e "né destra né sinistra", come amavano ripetere, che tentano di colmare il loro vuoto ideale, cercando nella vecchia guardia comunista una disciplina militante e una retorica di classe che il grillismo originario non ha mai avuto.
Dall'altro lato, ci sono i Giovani Comunisti, che da soli sono numericamente irrilevanti e relegati ai margini dello scenario politico ma che trovano nel Movimento 5 Stelle un ambiguo cavallo di Troia necessario per trovare la ribalta e legittimare le proprie tesi radicali, stavolta nel segno della "Grande Madre Russia".