Altro che sciopero, gli italiani se ne stanno più a casa fra ponti, influenze di stagione e feste nazionali. Mister Sciopero Maurizio Landini è riuscito nell'impresa più difficile: convincere i lavoratori a ignorare la sua propaganda e ad andare a lavorare. Dovremmo ringraziarlo per aver ridato un po' di orgoglio a quel popolo nel nome del quale è stato scritto l'articolo 1 della Costituzione, dove quella parola violentata dalla sinistra di oggi, «lavoro», mantiene pur con fatica qualcosa di sacro. Ci voleva lui alla guida della Cgil per dimostrare
che la gente perbene crede ancora che lo sciopero sia una cosa seria. E non un pretesto del venerdì per farsi un ponte sparando sul governo Meloni o sulla Striscia di Gaza. I dati di ieri sono una sentenza definitiva, che come un termometro dimostra la febbre che costringe la sinistra a letto, nel buio di idee, convinta che basti gridare al fascismo per diventare un'alternativa di governo. Io penso che questo Paese per rialzare la testa abbia bisogno di gente che lavora e non che incrocia le braccia. E faccio un appello a Elly Schlein: telefoni a Landini e gli prometta
quella poltrona in Parlamento dove oggi siede Susanna Camusso, così almeno ci appoggerà le chiappe senza spaventare l'Italia ogni volta che comincia
un weekend. E senza raccontare balle come quella dei 25 miliardi di tasse in più che, al netto della crescita del Pil e del calo dell'evasione fiscale, sono esattamente i soldi che ci vogliono spillare con la patrimoniale.