"Sindaca" e "assessora" nello statuto comunale. Il centrodestra: "Sono priorità?"

La maggioranza Pd di Prato ha approvato una modifica allo statuto comunale per introdurre i termini "assessora", "sindaca" e "consigliera". L'attacco dei consiglieri di centrodestra Leonardo Soldi e Claudiu Stanasel

Una seduta del consiglio comunale di Prato
Una seduta del consiglio comunale di Prato
00:00 00:00

Le parole "assessora", "sindaca" e "consigliera" entreranno ufficialmente a far parte dello statuto comunale. E l'opposizione di centrodestra non ha risparmiato una "stoccata" all'amministrazione Pd: nulla in contrario alla parità di genere, ma possibile che sia questa modifica linguistica la priorità della sinistra, davanti ad opere pubbliche ancora in stand-by e criticità relative a sicurezza e decoro urbano non ancora risolte in via definitiva? Questo è quanto è avvenuto a Prato, in Toscana, al termine dell'ultima seduta della commissione comunale 1. Un percorso fortemente voluto dalla maggioranza di centrosinistra, che culminerà a questo punto nella presentazione dell'atto in consiglio comunale e nella successiva approvazione. E a quel punto, i termini "sindaco", "consigliere" ed "assessore" saranno declinati al femminile anche in ambito istituzionale. Un'azione che a detta dei proponenti dovrebbe lanciare un messaggio simbolico, volto anche al contrasto delle discriminazioni di genere.

Ma che a Leonardo Soldi e a Claudiu Stanasel, consiglieri della lista "Centrodestra", è invece parsa strumentale ed ideologica. "Invece di affrontare questioni di reale urgenza per i cittadini, il Pd insiste su un approccio ideologico che privilegia il simbolismo di genere rispetto ai problemi reali - hanno attaccato i due esponenti di centrodestra - tanto più che la lingua italiana possiede già un'innata sensibilità al genere. Non solo i sostantivi, ma anche aggettivi e verbi possono declinarsi in forme maschili e femminili. Questa non implica oltretutto una gerarchia tra i sessi: è semplicemente una caratteristica grammaticale". Stanasel e Soldi hanno insomma accusato nemmeno troppo velatamente la maggioranza Pd di essersi concentrata sulla revisione dello statuto anche a scapito di problematiche ben più urgenti e più vicine alle reali esigenze della cittadinanza.

"L’approccio proposto dal Pd di “oscuramento di entrambi i generi” risulta superficiale e disconnesso dalla realtà delle donne italiane. Il Pd sembra voler ignorare l’esistenza di molte parole che nella nostra lingua vengono utilizzate indistintamente per uomini e donne, quali dentista, odontoiatra, camionista, autista, pilota, astronauta e molte altre - hanno concluso i due consiglieri, citando anche Orwell - non c’è mai stato il pensiero di cambiarle in “dentisto”, “camionisto”, “autisto”, “piloto” o “astronauto”.

Il Partito Democratico sembra voler mettere in atto una sorta di “neolingua”, come delineato in "1984" da George Orwell. Noi ci opponiamo e ci opporremo sempre a tali tentativi, poiché la lingua è un riflesso della società, non uno strumento per cambiarla. Modificare le parole che usiamo non cambia le realtà sociali sottostanti".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica