"Con i voti di Fontana siamo pari a Fdi"

Intervista al capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari: "La Lega risale grazie all'autonomia e al lavoro di Salvini"

"Con i voti di Fontana siamo pari a Fdi"

Onorevole Riccardo Molinari, è andata bene.
«Ottimo risultato prima di tutto per il centrodestra, che ha strappato una ragione in più alla sinistra, il Lazio. Poi per Attilio Fontana che in Lombardia ha ottenuto più consensi rispetto alla volta scorsa».

Anche la Lega va meglio dei pronostici.
«C`era chi scommetteva in un distacco tre a uno con Fratelli d`Italia, loro al 30 per cento e noi al 10. È andata diversamente. Sicuramente Fdi resta il primo partito ma il margine si è ridotto, se poi consideriamo anche i voti della lista Fontana siamo sostanzialmente pari».

Si possono sommare Lega e Lista Fontana?
«Sicuramente i voti del presidente Fontana sono voti di area Lega. Insieme ai nostri fanno un pacchetto che equivale Fdi. Questo dopo anni di trend negativo».

Come spiega questa inversione del trend?
«Negli ultimi anni abbiamo pagato alcune scelte che erano difficili da comprendere per il nostro elettorato come ad esempio il sostegno al governo Draghi. Ora invece è diventato chiaro, per esempio con i provvedimenti sul caro energia che sono in continuità con il governo Draghi, che quella era l`unica cosa giusta da fare in quel momento. A questo si aggiunge un forte radicamento territoriale della Lega in Lombardia. Infine un grosso aiuto è arrivato dal via libera del governo all`autonomia».

Una sua sensazione o ha delle prove?
«Non sono lombardo ma ho girato molto in campagna elettorale in Lombardia, posso assicurare che quello è un tema che sta molto a cuore alla base leghista e il fatto che lo stiamo portando avanti al governo è stato apprezzato e riconosciuto».

È servito anche a disinnescare l`ala nordista, quel Comitato nord che fa capo a Bossi e vi rimprovera di aver messo in secondo piano il nord?
«Può darsi ma l`obiettivo non era certo quello. L`unico partito che può portare avanti l`istanza del nord a livello istituzionale è la Lega, e lo stiamo facendo concretamente, questo dimostra che non c`è bisogno di altro».

Il nuovo profilo di Salvini, meno social e più operativo sui cantieri e sui dossier, ha contribuito a far risalire la Lega?
«Salvini ha fatto una scelta che ha sorpreso molti, prendendo un ministero tecnico, non uno di quelli scelti dai leader di partito, come era stato per lui stesso il Viminale. Invece ha scelto le Infrastrutture dove sta lavorando molto e sta ottenendo risultati importanti. E questa scelta sta pagando».

Si è scritto molto della leadership in crisi di Salvini, dentro la Lega.
«Chi vive la Lega sa che nessuno ha mai sfidato Salvini. Certo c`è stata una discussione dentro il partito su come rialzarsi, e uno degli argomenti era proprio di riscoprire i temi cari alla Lega, come l`autonomia. Noi dobbiamo essere leali al centrodestra, ma anche differenziarci, non si può essere una copia di Fratelli d`Italia, noi nasciamo come partito del territorio, è la nostra identità».

In alcune zone della Lombardia la Lega è il primo partito. In primavera si vota nel Friuli-Venezia Giulia leghista. Puntate a tornare primo partito del nord?
«Un passo alla volta. Anche nel Lazio la Lega è cresciuta rispetto alle ultime politiche.

La gente non vuole vederci litigare come centrodestra o metterci in competizione tra noi, lo abbiamo pagato pesantemente alle ultime amministrative. Non dobbiamo rincorrere Fdi, ma parlare poco e non farci vedere litigiosi. L`abbiamo fatto e siamo stati premiati».

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