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Chirurgo, "marziano", sindaco: Ignazio Marino, un genovese al Campidoglio

Primo cittadino di Roma per poco più di due anni, l'ex senatore del Pd ha deciso di abbandonare la politica dopo quella conclusione nefasta e molto discussa. Che lavoro sta svolgendo in questo momento Ignazio Marino?

Chirurgo, "marziano", sindaco: Ignazio Marino, un genovese al Campidoglio

Nei giorni in cui Roberto Gualtieri "festeggia" i suoi primi due anni (non esattamente trionfali) come sindaco di Roma, può essere indicativo ripercorrere la carriera politica di un altro ex primo cittadino capitolino, sempre del Partito Democratico, che non è riuscito ad andare molto oltre i ventiquattro mesi di incarico istituzionale in città: Ignazio Marino. Dal giugno 2013 all'ottobre 2015 - periodo in cui è durato il suo mandato - l'ex senatore del Pd ha dovuto affrontate parecchie vicissitudini personali e amministrative che, sommate assieme, lo hanno partito a farlo rimuovere forzatamente dallo stesso partito di cui faceva parte. A otto anni esatti dall'addio al Campidoglio, che cosa è cambiato nella vita di Marino? Prima di scoprirlo, occorre fare un passo indietro sulla sua biografia.

Dalle sale operatorie al Comune di Roma

Ignazio Roberto Maria Marino nasce a Genova il 10 marzo 1955 da madre svizzera e padre siciliano di Acireale. Si trasferisce all'età di 14 a Roma dove si laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, specializzandosi in chirurgia generale e in chirurgia vascolare. Da là, comincia a girare il mondo per lavoro: opera nei centri trapianti di Cambridge (il Transplant Center dell'Università di Cambridge) nel Regno Unito, di Pittsburgh (il Pittsburgh Transplantation Institute dell'Università di Pittsburgh) negli Stati Uniti, e di Filadelfia come direttore della Transplantation Division presso la Thomas Jefferson University, negli Stati Uniti d'America. Nel frattempo ha la folgorazione per la politica: viene eletto per la prima volta senatore alle elezioni del 2006 tra le fila del Partito Democratico e, in quella legislatura, viene nominato presidente della XII Commissione Igiene e Sanità.

Viene riconfermato a Palazzo Madama e nel 2008 e per i successivi cinque anni diventa presidente della Commissione d'inchiesta del Senato sul Servizio sanitario nazionale. Contemporaneamente a questo ruolo, cerca anche la difficilissima strada di guida nazionale del Partito Democratico, ma niente da fare: alle primarie dell'ottobre 2009 arriva terzo - con il 12,5% delle preferenze - dietro il netto vincitore annunciato Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini. Gli va però decisamente meglio al secondo tentativo, quando era sfavoritissimo nella corsa a sindaco di Roma: prima s'impone al proprio interno contro il compianto David Sassoli e Paolo Gentiloni, poi si aggiudica la sfida alle Comunali contro il sindaco uscente di centrodestra Gianni Alemanno al ballottaggio.

I due anni tormentati di Ignazio Marino sindaco

L'avventura al Campidoglio è caratterizzata da continue polemiche: non solo riguardanti le sue capacità nel risolvere gli atavici problemi della Capitale, ma anche per via di scandali che lo hanno riguardato direttamente e (soprattutto) indirettamente, anche soltanto all'interno di discussioni tra i partiti di opposizione: Mafia Capitale (dove non c'entrava assolutamente niente, il "Pandagate" e il caso degli scontrini per cui viene iscritto nel registro degli indagati per presunte irregolarità in alcuni pagamenti a suoi collaboratori effettuati da Imagine, una Onlus da lui fondata nel 2005. Da questa inchiesta giudiziaria verrà definitivamente assolto con formula piena. La vicenda, tuttavia, lo porterà a rassegnare le dimissioni, poi ritirate, nell'ottobre 2015: alla vigilia di Halloween, a seguito delle dimissioni di 26 consiglieri comunali (del proprio e di altri partiti) presentate contestualmente davanti ad un notaio, Ignazio Marino decade da sindaco insieme alla propria giunta e all'assemblea stessa. L'ex prefetto di Milano, Paolo Tronca, verrà nominato commissario fino alla vittoria di Virginia Raggi nel giugno 2016.

Si tratta della conclusione ufficiale della sua esperienza in politica. Ed ecco, dunque, arrivare agli ultimi anni. Ignazio Marino non ha fatto altre che tornare al suo primo vero amore professionale, che tra l'altro non ha mai abbandonato: quello per la medicina. Ha ripreso i contatti con la Thomas Jefferson University di Philadelphia, dove aveva mantenuto la cattedra, pur senza compenso. Dall'inizio del 2017 è Senior Vice President per gli Affari Strategici: si occupa di didattica, di ricerca, di programmi internazionali, ma soprattutto continua a lavorare nella medicina, impegnato da sempre nei trapianti d'organi. In tutto questo tempo, comunque, non ha mai mancato di esprimere giudizi sull'attualità politica, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe per criticare i suoi successori e per pungere quel Matteo Renzi che si era politicamente stufato di vederlo guidare il Comune di Roma. Alle amministrative del 2021 sembrava in qualche modo appoggiare la riconferma della Raggi nonostante vivaci scontri che c'erano stati tra i due in Consiglio (sostegno poi pubblicamente smentito), ma alla fine a imporsi sarà Gualtieri.

Per Marino, di Roma non resta che il ricordo di quei 28 mesi da sindaco per i quali è passato alla storia come un "marziano", come quello che sbarcò nella Capitale in un famoso racconto di Ennio Flaiano.

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