Incassi record e aiuti di Stato

Il nodo della contesa, come sempre, sono i fondi pubblici. Impopolari. Il contribuente foraggia l'intero mondo del cinema in molti modi ma nutre la convinzione che sia una ingiustizia: si prende a tutti per dare a pochi. Deve essere così per forza?

Incassi record e aiuti di Stato
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La recente cerimonia di presentazione dei David, al Quirinale, sarà ricordata anche per il duello a distanza tra l'attore Elio Germano e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Attacca Germano: il cinema è in crisi per colpa del ministero, Giuli finge che vada tutto bene, «basta piazzare uomini come fanno i clan». Ieri ha risposto Giuli: «Un tempo, la sinistra aveva gli intellettuali organici. Oggi le restano i comici». E ancora: «C'è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni culturali, come il Quirinale, per cianciare in solitudine, come Elio Germano qualche

giorno fa». Il nodo della contesa, come sempre, sono i fondi pubblici. Impopolari. Il contribuente foraggia l'intero mondo del cinema in molti modi ma nutre la convinzione che sia una ingiustizia: si prende a tutti per dare a pochi. Deve essere così per forza? C'è ancora domani, il film di Paola Cortellesi, fu bocciato dalla commissione ministeriale nominata da Dario Franceschini. Non ebbe finanziamenti. Si avvalse delle agevolazioni fiscali previste dalla legge (tax credit). Risultato: grandi incassi e successo internazionale. C'è ancora domani ha appena superato il milione di spettatori in Cina. C'è da trarre una doppia lezione. La prima: i criteri d'assegnazione

dei fondi sono discutibili, visto che hanno bocciato un futuro campione del box office. La seconda: è possibile seguire le logiche del mercato.

Quelle che ci hanno dato Federico Fellini, Dino Risi, Pietro Germi, Mario Monicelli... Gli attori del Terzo Millennio, invece, chiedono al tempo stesso aiuti pubblici e sgravi fiscali indiscriminati: pure quando si tratta di sostenere opere che non arrivano nelle sale, e non sono poche.

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