Partire? No, grazie. Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia (nella foto all'anniversario della strage di Capaci) non vuole proprio mollare la sua poltrona di magistrato siciliano per andare in Guatemala a lavorare per conto delle Nazioni Unite. La sua partenza potrebbe slittare di almeno due o tre settimane, come ha detto ieri lo stesso magistrato durante la presentazione del libro Uomini di scorta di Gilda Sciortino a Palermo. «Quando parto non è stato ancora stabilito, ho chiesto un'ulteriore proroga e sto aspettando. Non è proprio questo il momento migliore per farlo. Penso che dovrebbe avvenire non prima della prima settimana di novembre». È chiaro che Ingroia vuole capire prima come evolverà il braccio di ferro con il Quirinale sulle telefonate tra Nicola Mancino e Loris D'Ambrosio.
La Procura ieri ha ufficializzato la «squadra» che dovrà difendere le decisioni delle toghe davanti alla Consulta: il capo dello Stato, intercettato dai pm siciliani, ha presentato ricorso alla Consulta perché sostiene che così sono state violate le sue prerogative.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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