Gli irriducibili dell'allarme fascismo

In soccorso di Michele Murgia e Roberto Saviano arriva un editoriale al veleno di Luca Bottura, che dimostra (insieme a Berizzi) come sul tema del presunto "ritorno del fascismo" lo scontro sia tutto a sinistra

Gli irriducibili dell'allarme fascismo

Tra i tanti che, a sinistra, hanno aperto finalmente gli occhi dicendo basta con questa patetica storia dell'allarme "fascismo", ci sono gli indefessi: coloro che non smettono di portare avanti una tristissima litania che oramai fa presa solamente tra loro. In un certo senso, l'ultima celebrazione della Festa della Repubblica si è rivelata un evento sociopolitico molto rivelatorio. La gaffe di Michele Murgia, che ha visto confondere il saluto del capo incursori del Comsubin della Marina con quello romano, ha creato una sorta di spartiacque tra gli esponenti politici e gli intellettuali "progressisti". Da una parte troviamo chi - seppur talvolta con un certo ingiustificato ritardo - ha riconosciuto con una certa dose di onestà intellettuale che bisogna smetterla una volta per tutte di continuare a vedere "fascisti ovunque"; dall'altra gli stoici inguaribili del terribilissimo ritorno delle camice nere, che però non si riescono a intravedere nemmeno con il più potente cannocchiale della Nasa.

Murgia antimilitarista

La vicenda che ha scosso l'intero racconto dello scorso 2 giugno è ormai nota: la Murgia non solo è caduta in un incredibile scivolone storico, per il quale chiunque avrebbe chiesto scusa e si sarebbe andato a nascondere per almeno i successivi sei mesi, ma anche rincarato la dose nei giorni seguenti con un video completamente no sense in cui si professa orgogliosamente "antimilitarista" (e quindi?) desiderando di vedere sfilare medici (che già hanno sfilato), giornalisti, studenti e insegnanti in parata al posto dei militari. Ma nessun dietrofront: per la scrittrice sarda, Ignazio La Russa ha sorriso e ha fatto il segno della vittoria davanti alla X flottiglia MAS. Con tanti saluti alla veridicità dei fatti.

Saviano inciampa sulla "Decima"

Naturalmente il primo ad abboccare a questa bufala non poteva che essere Roberto Saviano. Del resto appena si tratta di parlare senza cognizione di causa di eventi storici e politici lui non manca mai all'appuntamento. Anche questa volta non ha deluso le aspettative: "Decima? Fare un omaggio durante la Festa della Repubblica democratica al corpo militare #fascista #XMas! Chi lo ha autorizzato? - si chiede scandalizzato lo scrittore - Il corpo militare X Mas comandato da Junio Valerio Borghese combatté a fianco dei nazisti con il compito di rastrellare i partigiani e fronteggiare gli alleati". E peccato che il grido "Decima!" fosse degli incursori eredi di Teseo Tesei e non di Julio Valerio Borghese. Ma neanche da Saviano nessuna retromarcia: ha preferito nell'ultima domenica festeggiare lo scudetto del Napoli.

Bottura arrampicatore sugli specchi

Ma bisogna aspettare 72 ore per aspettare la difesa a spada tratta più incredibile che sia mai stata scritta nei confronti di una topica clamorosa come quella presa da Michela Murgia. Luca Bottura supera il record mondiale di arrampicate sugli specchi. L'immaginario che ostenta la sua classe dirigente di Fratelli d'Italia "è missino, dunque neofascista". E poi: "Gli intellettuali dicono l'indicibile. Maneggiano l'impopolarità affinché diventi popolare". Affermazione di per sé magari anche vera, sotto certi punti di vista. Ma i veri intellettuali - nella loro capacità di elaborare un pensiero che vada a scalfire causticamente chi sta al potere (anche con esagerazioni forzate) - hanno sempre basato la loeo opinione su dei fatti reali, non su delle fake news.

Tuttavia, secondo l'autore televisivo, la Murgia è stata vittime due entità: di una "sorta di gorgoglio indistinto della cosiddetta pancia del Paese, manlevata financo del minimo di cautela che si deve alle contingenze personali della scrittrice" e poi di una "cosiddetta Sinistra, rifugiata sulla propria terrazza di Scola, per cui Murgia è da sempre irricevibile poiché occupa quote di mercato culturale e politico". In sintesi: "Michela Murgia viene aggredita soprattutto perché è donna e non se ne sta al posto suo". Non perché racconta in continuazione balle a tutto spiano, ecco.

Berizzi e la guerra dentro Repubblica

Gustosissima, poi, la guerra scoppiata su Twitter tutta dentro Repubblica. Da una parte troviamo l'editorialista Sebastiano Messina il quale ritiene che, per definire i subacquei incursori del GOI "eredi diretti dei fascisti stragisti, bisogna essere ignoranti o in malafede. O entrambe le cose". Per poi essere ancora più spietato contro Murgia e Saviano: "Se non sai distinguere un gesto militare dal saluto fascista, non commentarlo. Se non conosci la storia della X Mas, non fare accostamenti oltraggiosi. Se sei convinto che sia stata organizzata una sfilata di miliziani fascisti davanti a Mattarella, fatti vedere da uno bravo". Dall'altra, in soccorso dei due scrittori citati, arriva Paolo Berizzi, che decide di fissare direttamente un tweet con l'obiettivo anche di rispondere (in)direttamente al suo collega di giornale pochissime ore dopo la reprimenda dello stesso Messina: "Non perdete più neanche un secondo con quelli che dicono che vedete fascisti ovunque: sono stati e sono i migliori complici dei fascisti (che infatti dicono la stessa cosa). Se i fascisti sono al governo è anche grazie a loro. Lavaggi coscienze e lezioncine altrove, di grazia". Avrà il suo bel da fare il direttore Molinari.

Montanari instancabile sul fascismo

In tutto questo "folle" weekend del 2 giugno, dove gli accostamenti tra la parata dei Fori Imperiali e la Repubblica Sociale Italiana sono stati a dir poco imbarazzanti, non poteva mancare anche Tomaso Montanari. Lo storico dell’arte fiorentino ha voluto prendere a pretesto il discorso che avrebbe dovuto leggere uno studente di Bolzano proprio in occasione della Festa della Repubblica e ha retwittato il seguente passaggio: "L'ascesa del neofascismo minaccia la democrazia in Italia". Insomma, ci sono e continueranno a esistere gli ossessionati che, pervicacemente, continuano a urlare "Al fascismo, al fascismo!".

Sotto questo aspetto ci ha pensato direttamente il comico Luca Bizzarri, che non è certamente un simpatizzante della Meloni o della destra in generale, a mettere un punto fermo: "La cazzata di 'ieri hanno fatto il saluto romano quelli della X Mas (che mi pare non esista) e La Russa applaudiva' sulla quale è tutto il giorno che 'vergogna signora mia' è l'ennesima prova che, con avversari così, (la destra, ndr) governerà trecento anni". Contenti loro.

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