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Ius soli, la Kyenge torna alla carica: "Chi nasce o cresce qui è italiano"

Il ministro su Twitter rilancia la riforma della cittadinanza italiana: "Chi nasce o cresce qui è italiano"

Il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge al Centro Astalli di Roma
Il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge al Centro Astalli di Roma

La sinistra è pronta al blitz per cambiare le leggi che regolano l'immigrazione. Obiettivo del nuovo anno: smantellare la Bossi-Fini e riformare la cittadinanza. Le immagini del trattamento antiscabbia al Centro di prima accoglienza di Lampedusa e la protesta degli immigrati al Cie di Ponte Galeria diventano così il grimaldello per dare l'assalto definitivo. Chiesto a gran voce dalle diverse anime del Pd, da Matteo Renzi a Gianni Cuperlo, il premier Enrico Letta ha annunciato alla conferenza stampa di fine anno che la riforma arriverà al più presto: "Non ho dubbi che la revisione della Bossi-Fini sarà uno dei temi di discussione a gennaio, mentre da subito ci metteremo al lavoro per la revisione dei Cie e del sistema di accoglienza nel suo complesso". E non finisce qui. Il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge ha lanciato da Twitter il suo obiettivo per il nuovo anno: "2014 verso una nuova cittadinanza: chi nasce e/o cresce in Italia è italiano".

"Il futuro è investire nell’accoglienza", aveva spiegato nei giorni scorsi il ministro all'Integrazione dopo essere finita nel fuoco incrociato del Pd che la accusava di dividersi tra convegni e cene benefiche senza riuscire a mai risolvere l'emergenza immigrazione. Adesso la Kyenge è pronta a passare al contrattacco e a portare la battaglia per lo ius soli in parlamento. Lo stesso Letta è disposto a spendersi in prima persona a cambiare la normativa che regola la cittadinanza italiana. "Sono sempre stato convinto che una normativa diversa sullo ius soli sia necessaria, non a caso rivendico la scelta di un ministro come Cecile Kyenge - ha spiegato il premier lunedì scorsi - proporrò e lavorerò, dunque, perchè una riforma della cittadinanza e dello ius soli faccia parte del contratto di governo che scriveremo insieme a gennaio". Il governo mette, così, la revisione della Bossi-Fini e del sistema di accoglienza nell’agenda del 2014. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi sarebbe già in via di preparazione un provvedimento - potrebbe anche essere un decreto - che abbassa dagli attuali 18 a due mesi il tempo massimo di permanenza degli immigrati nei Cie ed aumenta le commissioni che esaminano le domande di asilo per affrontare il sovraffollamento dei Cara, i Centri di accoglienza per richiedenti asilo. Ma il giro di vite che ha in mente la sinistra si limiterà a cambiare la regolamentazione dei centri di prima accoglienza.

Nell’ottobre scorso, all’indomani della tragedia di Lampedusa, lo stesso Letta aveva ipotizzato un confronto nel governo sulla Bossi-Fini, non nascondendo le difficoltà derivanti dal fatto che le forze che compongono l’esecutivo hanno storicamente posizioni diverse su questo tema. Adesso i rapporti di forza all’interno della maggioranza sono cambiati. Renzi ha impresso una forte spinta assicurando che il Pd farà di tutto per "cambiare la Bossi-Fini". Tanto che, alla conferenza di fine anno, il presidente del Consiglio ha pronunciato parole più impegnative. Prima ha ricordato la "pressione senza precedenti" degli immigrati arrivati nel 2013 in Italia, più che triplicati rispetto al 2012 (43mila contro 13mila), in un "anno difficile tra tagli e spending review". Poi ha chiarito che, comunque, "è obbligatoria una revisione complessiva del sistema di accoglienza", il tutto "in una logica di attenzione alla sicurezza dei cittadini". L’ultimo riferimento intende venire incontro alle posizioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano, contrario ai richiami dei democrat sulla necessità di rivedere la Bossi-Fini. Già da un paio di mesi una bozza di testo che interviene sui Cie è stata messa a punto da un tavolo costituito dalla Kyenge, dal viceministro e dal sottosegretario all’Interno, Filippo Bubbico e Domenico Manzione. Nei giorni scorsi la stessa bozza è stata ripescata e arricchita. Ma la riforma dei Cie è solo il punto di partenza.

Il vero obiettivo della Kyenge è arrivare a modificare le leggi che regolano la cittadinanza italiana.

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