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Ius soli, il "no" di Grillo spacca i Cinque Stelle

Grillo: "Una decisione così non va lasciata a un gruppetto di parlamentari". Di Battista: "Ciò che scrive sul blog equivale a quello che scrive Scalfari su Repubblica"

Ius soli, il "no" di Grillo spacca i Cinque Stelle

Non è servita a granché la tirata d'orecchie di ieri. L'incursione romana di Beppe Grillo non ha affatto raddrizzato la schiena ai pentastellati riottosi a seguire i diktat del capo. Tanto che, dopo le beghe sulla cresta alla diaria, rischia di aprirsi la prima vera falla sul programma: il niet del comico genovese allo ius soli potrebbe fare emigrare qualche altro parlamentare dal movimento.

A furia di preoccuparsi sul modo di rendicontare una tazzina di caffè presa alla buvette di Palazzo Madama o il biglietto obliterato di un treno di seconda classe, i Cinque Stelle si erano quasi dimenticati che in parlamento i loro elettori ce li hanno mandati anche per lavorare. Di programmi, almeno fino a ieri, i grillini non avevano granché parlato. Al di là dei battibecchi con il Pd, dell'insana voglia di vietare il Senato a Silvio Berlusconi e della corsa ad occupare più poltrone possibile, non si è visto uno straccio di proposta. E adesso, alla primo dibattito interno, rischiano addirittura di implodere. Il pomo della discordia è l'apertura del ministro all'Integrazione Cècile Kyenge allo ius soli. Proposta che, oltre a non piacere al centrodestra, trova in profondo disaccordo anche Grillo. Che il comico genovese non simpatizzasse con la sinistra buonista e terzo mondista era chiaro già da tempo. Eppure le dichiarazioni di oggi contro le nuove politiche migratorie avanzate dalla Kyenge hanno destabilizzati non pochi parlamentari del M5S. "In Europa lo ius soli non è presente, se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate", ha spiegato sul suo blog proponendo di sottoporre la questione a un referendum. "Una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari", ha quindi concluso scatenando un putiferio.

Il post pubblicato in mattinata ha accolto il favore di gran parte dei lettori che non hanno risparmiato attacchi sia alla Kyenge sia alla presidente della Camera Laura Boldrini. All'interno del movimento, invece, c'è chi storce il naso nel leggere la presa di posizione di Grillo. Alessandro Di Battista, per esempio, non gliele manda certo a dire: "Grillo non è un parlamentare. Io sono favorevole allo ius soli". Il deputato pentastellato sa perfettamente chiarisce che il suo pensiero non è la linea del Movimento 5 Stelle ma, in una conversazione con l'Agi, ci ha tenuto a sottolineare che neppure il pensiero di Grillo lo è.

"Ciò che scrive Grillo sul suo blog equivale a quello che può scrivere Scalfari su Repubblica - ha insistito Di Battista - la linea va decisa dai cittadini con la democrazia diretta".

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