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L'«amicizia» tra il senatore e il dittatore coreano

Il senatore del Pdl ospite a Pyongyang: "Kim Yong-un adora gli italiani, mi ha fatto le feste"

L'«amicizia» tra il senatore e il dittatore coreano

Roma - Come Forrest Gump che stringe la mano a Kennedy e discute in tv con John Lennon, così Antonio Razzi, partito da un paesino d'Abruzzo anni fa, passato per le fabbriche svizzere e catapultato in Parlamento, plana a Pyongyang per trattare la pacificazione tra le due Coree direttamente col dittatore Kim Yong-un, impresa fallita da Barack Obama. «Macché dittatore, è una persona squisita, gentilissimo» spiega Razzi, al telefono da Pechino, senza sbottonarsi troppo perché il governo cinese potrebbe essere interessato alle sue rivelazioni. «Appena ha saputo che ero italiano mi ha fatto le feste, uhh! Stravede proprio per noi italiani». Razzi può sfoderare oltre all'italiano un ottimo tedesco, imparato in trent'anni di lavoro a Lucerna. «Anche Kim Yong-un sa il tedesco perché da giovane l'ha studiato, a Berna. Ma quando ci siamo incontrati l'altro giorno abbiamo parlato italiano, nel senso che la nostra delegazione era accompagnata dal signor Ri, il responsabile della Nord Corea per l'Europa, e lui parla italiano perfettamente». Nel dialogo con Kim Yong-un, Razzi ha portato avanti il suo programma di pacificazione tra Pyongyang e Seul, divise dal 1953. Sugli esiti, l'onorevole è ottimista: «Non posso dire di più, ma da parte del governo nordcoreano c'è voglia di fare pace col Sud, penso si possa fare un bel lavoro di riappacificazione». Le armi atomiche? «Assolutamente no, in una riunione un grande esponente del loro partito mi ha detto: “Caro senatore Razzi, gli altri ci buttano le bombe, e noi rispondiamo con le frecce”. Loro vogliono la pace. Sono bravissime persone».

Nel frattempo, Razzi ha rappresentato, al governo di Pyongyang, tutta l'amicizia del popolo italiano, e l'apertura alla condivisione dei nostri valori, innanzitutto il calcio. «Il presidente (Kim Yong-un) ama la pace e ama anche lo sport. Mi ha detto che manderanno i loro ragazzini a imparare a giocare a calcio in Italia. Io ho fatto incontrare una loro delegazione coi dirigenti di Milan, Inter e Juventus. Pippo Inzaghi è stato molto disponibile. So che il governo nordcoreano è interessato anche alla scuola di calcio a Barcellona. Apriranno anche un'ambasciata in Spagna». Ma il rapporto tra Corea del Nord e Italia è un'altra cosa: «Hanno proprio un feeling con noi, amano la nostra cultura, la nostra lingua. Loro ci ascoltano molto. Io gli ho detto: “Siamo due penisole, bagnate dai mari. Voi siete l'Italia dell'Asia”. Davvero penso che ci sono grandi opportunità di scambi commerciali, sono interessati ai nostri macchinari». Il senatore Razzi ha lasciato il cuore a Pyongyang: «È la sesta volta che ci vado. È un Paese pulitissimo, non trovi una cicca a terra nemmeno a cercarla col lanternino, mi sembra la Svizzera. Gli italiani dovrebbero andarci in vacanza. I nordcoreani sarebbero molto contenti. Le cose negative che si dicono della Corea del Nord? Sciocchezze».

Parola di Kim Yong Razz.

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