Interni

"L’estetica è decisiva".Bertinotti in campo per difendere la Schlein

L'ex sardina: "Delle donne si parla più dell'aspetto". E Bertinotti la difende: "Pure Togliatti voleva l'abito blu"

"L’estetica è decisiva". Bertinotti in campo per difendere la Schlein

L’immagine di un politico è sicuramente importante. Nel caso di Elly Schlein, però, oltre l’immagine non c’è granché di più. Prima la pausa pasquale, poi la cena chic ospite di Claudio Baglioni, infine l’intervista alla moda concessa a Vogue. E ancora, l’armocromista pagata tra i 130 e i 400 euro all’ora, la borraccia ecologica e la passione per la Playstation. In assenza di contenuti politici netti, il nuovo Partito democratico versione ZTElly abbandona le fasce meno abbienti e riparte dal guardaroba. I difensori della svolta chic vanno da Oliviero Toscani, noto fotografo “progressista” a Fausto Bertinotti, già segretario del Partito della Rifondazione Comunista.

Il nuovo look del Pd

Dopo l’inaspettata vittoria di due mesi fa, il primo intervento da segretaria del Partito democratico, è un’intervista concessa a Vogue, nota rivista di moda. Nessun lettore o elettore dovrebbe scandalizzarsi. A far cadere le braccia sono i contenuti della medesima intervista. La politica sempre in secondo piano, se non completamente assente, sia nelle risposte che nelle domande. La sfera personale, al contrario, descritta al dettaglio: la personali shopper, il look, le passioni, i film e molto altro ancora. E allora non stupisce se tutto l’arco parlamentare, o quasi, attacca l’autoreferenzialità del nuovo Pd. È il minimo.

La risposta di Schlein

La giovane segretaria, dopo due giorni di silenzio, prova rispondere alle critiche. Risposte deboli, fuorvianti, tutt’altro che decisive. “Sono colpita – spiega Schlein ripresa da Repubblicadi vedere quanto appassioni la questione del mio look, non vorrei si sottraesse attenzioni alle cose che sto dicendo su lavoro, diritti, clima, economia”. Molto poco a dire la verità. Oltre alla bandiera dei diritti da scagliare a turno contro gli esponenti del governo, le posizioni della segreteria con tripla cittadinanza sono molto deboli.

La politica va in secondo piano perché, molto semplicemente, non esiste. I silenzi sulla guerra in Ucraina e sull’invio delle armi a Kiev, le non risposte sul nodo termovalorizzatore e sulla visione economia del paese spingono la politica nell’angolo. E così, le opposizioni hanno gioco facile nell’attaccare la nuova leader della sinistra. Nella difesa di Schlein si intravede un’accusa di sessismo più o meno velata: “Delle donne - conclude la segretaria - si parla più dell’aspetto fisico che di quello che dicono purtroppo. Io non penso al look, sono sincera non ipocrita, non costruita e lo ammetto in trasparenza”.

I difensori del "diritto all'eleganza"

Per fortuna o per sfortuna, a difendere la Schlein e la sua svolta chic, ci pensano due personalità della sinistra italiana. Da una parte Oliviero Toscani dall’altra Fausto Bertinotti. Due storie diverse, due personaggi diversi, uniti nella difesa a spada tratta della nuova segreteria del Pd. Il primo, incalzato dalla Stampa, ha elogiato Schlein e il suo look giovanile: “È sempre benvestita, è elegante, sobria, fresca, ha stile. È la donna del futuro”. Addirittura. “Chi la critica – ci spiega il fotografo – è solo un provinciale”.

Fausto Bertinotti, sentito da Repubblica, è ancora più esplicito. L’ex presidente della Camera e leader del Partito della Rifondazione Comunista è d’accordo con la personal shopper di Schlein. “La capisco, oggi c’è grande attenzione alle forme di comunicazione estetica, l’immagine dice chi sei”.

Nessun errore di comunicazione, anzi, “Di uno dei leader più austeri della politica italiana, Palmiro Togliatti, si ricorda l’invito ai parlamentari comunisti di indossare l’abito blu per andare alla Camera”.

Commenti