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Landini & Co. nostalgici dell'Urss: al congresso Cgil l'inno sovietico

Chiusura roboante per il congresso Cgil a Bologna, durante il quale sono risuonate le solenni note dell'inno dell'Urss. E scoppia la bufera

Landini & Co. nostalgici dell'Urss: al congresso Cgil l'inno sovietico

Non è certo una novità che la Cgil sia un partito rosso ma soprattutto in questo periodo storico appare quanto meno ambiguo che durante un congresso venga trasmesso a tutto volume l'inno dell'Unione sovietica. Da sempre, la sinistra italiana accusa la destra di essere nostalgica del Ventennio, accuse che piovono periodicamente da più parti anche verso il partito di Giorgia Meloni. Un leitmotiv che ha accompagnato perfino l'ultima campagna elettorale. Però quando si tratta di nostalgia nei confronti di una sanguinosa dittatura rossa, nessuno alza nemmeno un dito.

A San Lazzaro di Savena, tra ieri e oggi la Cgil di Bologna si è riunita per il congresso annuale. Impossibile immaginare un contesto più rosso della Cgil che si riunisce a Bologna. Sul palco, le bandiere rosse del sindacato e quelle della pace. Nel mezzo, Maurizio Landini che chiama "compagno" il padre della psicanalisi Sigmund Freud. Alla fine del congresso, ecco che dagli altoparlanti parte ad alto volume l'inno dell'URSS tra gli applausi e i sorrisi dei presenti. L'inno dell'ex Unione Sovietica utilizzato come tappeto musicale per omaggiare un congresso del sindacato non sembra essere un'idea particolarmente geniale. Anche perché si inserisce in una polemica ben più ampia che è andata un po' scemando.

Era ottobre quando, nella piazza rossa (per colore) della Cgil a Roma comparse uno striscione inneggiante Gazprom contro gli Stati Uniti. "We love Gazprom, Yankees go home", si leggeva in quell'occasione. La Cgil in quell'occasione non rispose al giornalista Leonardo Filippi che scattò e pubblicò la foto ma molti simpatizzanti arrivarono a ipotizzare, oltre che fosse un fake, che probabilmente si trattava di qualche infiltrato alla manifestazione che voleva solamente screditare il sindacato. Seguendo questa logica, l'inno dell'Unione Sovietica al congresso di Bologna sarebbe opera di qualche hacker?

"Chiedo a chi vede queste immagini, se trova normale che al congresso della Cgil si festeggi con l'inno dell'Urss. E Landini, presente, non dice nulla. Poi chiediamo pure da che parte stanno verso il governo Meloni", ha dichiarato Bignami. Un tempo, quando ancora i nostalgici di oggi potevano guardare con malcelata ammirazione al regime dell'Unione sovietica, si diceva spesso: "In Russia i carri armati, in Italia i sindacati".

"Landini si scusi e condanni pubblicamente quanto avvenuto ieri a Bologna al Circolo Arci San Lazzaro di Savena: l'elezione del segretario locale della Cgil è stata salutata con l'inno dell'Urss. È un'offesa alle tante vittime del popolo ucraino che combattono per la libertà. E Landini, che era presente all'evento, ne prenda immediatamente le distanze", chiede il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti. Sono passati decenni ma evidentemente nulla è cambiato.

Almeno per la Cgil.

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