
Il disprezzo delle frange antagoniste verso le forze dell’ordine è noto, ma l’evento del 19 luglio a Monza va oltre, scatenando la giustificata rabbia delle divise.
Non è certo una novità che i centri sociali e affini abbiano una profonda avversione verso i rappresentanti dello Stato. Ma se un evento dal titolo provocatorio «Police Abolition - Corso di base sull’abolizione della polizia» - organizzato all’aperto - in caso di maltempo non verrà annullato ma si sposterà al Circolo 1 del Partito Democratico (quello dedicato a Massimo D’Antona in viale Libertà 33) nasce un problema e da qui la rabbia delle divise.
Il centro sociale Foa Boccaccio, quello frequentato da Ilaria Salis, ha annunciato la presentazione del libretto che, nel suo intento di «costruire un mondo nuovo», delegittima chi ogni giorno rischia la vita per garantire la sicurezza. «A che serve tutta questa meticolosa militarizzazione del territorio, tutta questa sorveglianza dei comportamenti, tutta questa brutalità istituzionalizzata?», si legge nel volantino. E ancora: «Perché la Polizia è così violenta nell’approccio con le classi subalterne? Perché è addestrata a considerarle il nemico». Suona come un’accusa diretta alla professionalità di migliaia di servitori dello Stato. E che possa essere ospitato negli stessi spazi che il Pd indica come proprio circolo lascia interdetti gli operatori della sicurezza.
«Il Pd faccia chiarezza: se offre i suoi circoli a chi “sogna” l’abolizione della Polizia, allora abbia il coraggio di fare anche il passo successivo chiedendo l’abolizione dello Stato», ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del Sindacato di Polizia Coisp. «Questa è propaganda antisistema travestita da confronto culturale», ha detto ancora il sindacalista, «ed è ancora più ignobile che ad accogliere tutto ciò sia un circolo intitolato a Massimo D’Antona, ucciso proprio da chi voleva sovvertire l’ordine democratico. È una vergogna storica e politica, e ci chiediamo se il segretario Schlein intende difendere questo scempio o preferisce far finta di nulla mentre il suo partito diventa il megafono di chi considera i poliziotti nemici da estinguere».
Felice Romano, segretario del Siulp, ha sottolineato che «il malumore c’è tra i poliziotti non per questa iniziativa, ma perché ci si rende sempre più conto che in questo Paese si allontana sempre di più la cultura del rispetto di chi rappresenta lo Stato in tutte le sue articolazioni».
L’editoriale del sindacato Sap, pubblicato online, ha messo in luce che «l’odio, soprattutto quello viscerale, porta a orientare tutto il pensiero e tutto l’agire contro l’obiettivo verso cui è rivolta la rabbia, cose se esistesse solo un progetto, nella vita: abbattere quel mostro».
Pasquale Griesi, segretario FSP Polizia di Stato, ha voluto mettere l’accento sulla coincidenza, o forse no, con la ricorrenza del 19 luglio 2025: «Non è solo il 33esimo anno dalla strage di Capaci, è anche il giorno in cui, sotto silenzio, si vuole interrompere questa memoria collettiva di una giornata straziante della guerra tra la mafia ed i suoi migliori oppositori: Paolo Borsellino ed i suoi Angeli. Nessuno di loro era lì per caso: tutti sapevano cosa poteva accadere ma hanno scelto i Valori».