L’Italia sta con i marò Parte da Milano la gara per riportarli a casa

L’Italia sta con i marò Parte da Milano la gara per riportarli a casa

I primi ad attivarsi sono stati negozi, bar, ristoranti. Senza se e senza ma. Ieri mattina hanno letto l’invito ai lettori del Giornale ad appendere una fotografia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, un poster dei marò arrestati in India da esporre «dove volete per testimoniare che la parte sana del Paese difende i suoi soldati, anche senza l’aiuto delle istituzioni». E il Coordinamento delle associazioni di via, che rappresenta migliaia di esercizi dal centro alla periferia, si è subito messo in moto. Ha chiesto centinaia di manifesti da appendere alle vetrine: «I commercianti milanesi sono sempre disponibili a sostenere le cause giuste», assicura il presidente Giorgio Montingelli. Senza distinguo e contrattazioni. Quel teatrino messo in scena due giorni fa dai partiti che sostengono il sindaco Giuliano Pisapia in Consiglio comunale. Il centrodestra aveva presentato una mozione urgente per esporre la foto dei due marò davanti a Palazzo Marino ma il Pd e la sinistra si sono rifiutati di discuterla. «Non siamo d’accordo sull’esposizione di striscioni» e poi «cosa si scriverebbe sulla striscione, liberateli o riconsegnateli?». Ma Milano non ci sta.
Prende piede l’invito a dimostrare anche simbolicamente, con la foto, la solidarietà alle famiglie e ai militari impegnati in tante missioni straniere, ma sul nostro sito www.ilgiornale.it c’è un’altra iniziativa, «Facciamoci sentire», chi vuole può scrivere una mail all’ambasciata indiana. In due giorni ne sono arrivate già 6.000.
L’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa ieri al Pantheon ha polemizzato contro la giunta Pisapia, «la civilissima città di Milano che ha rifiutato di esporre le due foto è una grande amarezza. Noi chiediamo solo che tornino in patria per essere giudicati qui». Il Pdl milanese ieri alle 18 ha organizzato un presidio di solidarietà davanti alla sede del Consolato indiano in via Larga. Bandiere anche del movimento «Io amo l’Italia» di Magdi Allam e di Azione universitaria. «Il prossimo weekend organizzeremo gazebo nelle piazze per distribuire migliaia di manifesti - ha anticipato il coordinatore cittadino del Pdl Giulio Gallera -. La posizione dei partiti che sostengono Pisapia è stata gravissima, non si possono ritenere alcuni italiani trattenuti all’estero di serie A, come i cooperanti di Emergency, e altri di serie B magari perchè vestono una divisa». La Giovane Italia ha partecipato con lo striscione «Giustizia per i nostri marò». Si è trattato, sintetizza l’assessore lombardo alla Sicurezza Romano La Russa (Pdl), di «un momento di solidarietà e vicinanza da una parte e di protesta dall’altra, nei confronti di un governo che non sta facendo tutto quanto si poteva fare per questi ragazzi». Un gruppo di sostenitori reggeva l’immagine dei marò con la scritta «Riportiamoli a casa».
Regione Lombardia e Provincia di Milano hanno già esposto gli striscioni. L’ex vicesindaco Riccardo De Corato (Pdl), per quattordici anni il numero due in Comune, due mandati con Gabriele Albertini e l’ultimo con Letizia Moratti, era il primo firmatario della mozione che in aula ha tolto la maschera alla sinistra. Il Comune attacca «non poteva mettere i volti dei due soldati con la scritta “Salviamo i nostri marò” perché al governo di Milano c’è un sindaco reduce del ’68, che insieme ai compagni della sinistra radicale vede ancora come fumo negli occhi le divise dei militari». Nulla da meravigliarsi «se appena si è insediato Pisapia ha pensato bene di togliere dalle strade i 500 soldati che avevano contribuito al calo dei reati».
Ieri anche il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, Benedetto Della Vedova, e il deputato Gianfranco Paglia hanno contestato la posizione della sinistra. Hanno chiesto al sindaco Pisapia di ricevere una delegazione di Fli, per rinnovare «l’invito a esporre le foto dei nostri marò» in piazza Scala.

Nel centrosinistra milanese allo sbando prende posizione il vicecapogruppo provinciale del Pd Roberto Caputo: «Credo sia necessario - ammette - esprimere la nostra piena solidarietà ai nostri marinai senza se senza ma e mettere in campo tutte le iniziative che ci competono per dimostrare la vicinanza delle istituzioni».

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