L'accusa dei pm: "Lega ladrona"

Dopo lo slogan di Bossi "Roma ladrona" di vent'anni fa, oggi si ipotizza un'altra musica: "Lega ladrona"

L'accusa dei pm: "Lega ladrona"

Agli inizi degli anni Novanta Bossi lan­ciò lo slogan più fortunato e vincente del marketing politico italiano, quel «Roma ladrona» che diventò la colonna so­nora della discesa del Nord nei palazzi del potere. Oggi, esattamente vent’anni dopo, proprio al Nord, purtroppo si ipotizza un’al­tra musica: «Lega ladrona», sostengono i pm di Milano che accusano il presidente del consiglio regionale lombardo, Davide Bo­ni, leghista, di essere il collettore di tangenti (almeno un milione di euro) destinate al partito.

Non crediamo sia vero, ma il solo fat­to che un’accusa simile possa essere per la prima volta ufficializzata (se si esclude l’or­mai archiviato caso Enimont) azzera pre­sunte differenze che erano state spacciate addirittura per antropologiche. Anche per la Lega è arrivato il momento di fare i conti forse con debolezze umane oppure, sarà la storia a dirlo e noi ci auguriamo che sia così, con la follia di magistrati politicizzati. Si sa, le malattie colpiscono più facilmen­te quando il fisico è debole e stressato.

E og­gi quello della Lega è un corpo vulnerabile, provato da lotte intestine soffocate per me­si, forse anni, appesantito da un leader con­fuso diventato una macchietta dell’eroe che fu, azzoppato da una linea politica sen­za sbocco. Perché stare all’opposizione di Monti può essere cosa nobile e coraggiosa, ma mandare all’aria per sempre, a prescin­dere, con rabbia e rancore l’alleanza storica con il Pdl è da suicidio.

Fuori dal governo, tra poco fuori dalle amministrazioni locali chiamate alle urne, è un lusso che si può per­mettere un movimento giovane e corsaro, non il partito più anziano del Parlamento, che in vent’anni è diventato un apparato ve­ro e proprio e sul quale anche i moderati di tutta Italia contavano per non perdere terre­no. Chi dentro la Lega ha convinto Bossi a rompere con Berlusconi facendo sponda sul gioco spregiudicato dei magistrati (caso Papa e non solo) oggi mastica amaro.

Non credo,

e non spero, che Maroni ora votereb­be per autorizzare l’arresto di uno dei suoi che si proclama innocente. E mi chiedo con chi si immagina di votare un domani il fede­ralismo. Torna presto, Lega, che non tutto è perduto.

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