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I giovani del Pd sfilano con chi assalta la polizia per liberare i clandestini

La sezione giovanile del Partito democratico parteciperà alla manifestazione indetta dalla Rete No-Cpr. Presenti, come da copione, anche centri sociali e gruppi anarchici

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Se il Partito democratico di Elly Schlein deve ancora capire "cosa fare da grande", la sezione giovanile dem ha già scelto i propri alleati politico-ideologici. I Giovani democratici milanesi, di fronte a una scelta chiara, si sono schierati a favore della mobilitazione per la chiusura di tutti i "lager di Stato", indetta dalla Rete No Cpr per sabato 6 aprile a Milano.

La decisione di sfilare a braccetto con gli estremisti anti-Cpr è tanto netta quanto preoccupante. Chiamati all’ennesima prova di democrazia, i futuri volti del Partito democratico hanno sprecato un’altra occasione, schierandosi senza se e senza ma con la sinistra anarchica più radicale. Un gruppuscolo di estremisti che, solo nelle ultime settimane, si è reso protagonista di due blitz che non hanno niente a che vedere con una normale protesta politica. Prima l’assalto alla volante della Polizia, avvenuto il 28 febbraio scorso davanti alla Questura di Torino. Poi, a stretto giro, il blitz di mercoledì scorso direttamente sulla pista del terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa. Due attacchi diversi che avevano un unico obiettivo finale: liberare un clandestino colpito dal decreto di espulsione.

Alla luce di questi eventi, la sezione giovanile dem non ha fatto alcun passo indietro. A sfilare con gli anarchici anti-Cpr ci saranno anche i Giovani democratici milanesi. La manifestazione, indetta da Mai Più Lager – No Cpr insieme all’associazione Naga, si terrà sabato 6 aprile a Milano. L’obiettivo è presto detto: raggiungere il centro per i rimpatri in Via Corelli per lanciare un attacco all’esecutivo Meloni e chiedere allo stesso tempo la chiusura di tutti i centri di permanenza per il rimpatrio. Nessuno escluso. "Un lager, anche se commissariato, resta pur sempre un lager", ribadisce la realtà milanese, che nel comunicato con cui chiama alla mobilitazione sottolinea che la lotta deve contrastare anche l’apertura di nuove strutture.

"È il tempo di pretendere e ottenere con un vasto fronte un’inversione di rotta, la fine della violenza legalizzata, che nei centri di permanenza per il rimpatrio vede la punta dell’iceberg e l’esempio più eclatante e simbolico", sottolinea la rete Mai più Lager – No ai Cpr. E aggiunge: "E’ dovere ed interesse di ciascuno e ciascuna mobilitarsi perché vengano chiusi, a cominciare dal CPR di Milano, che già fu chiuso una decina di anni fa: che sia un lager non lo diciamo solo noi e le circa 1850 persone rimaste impigliate tra le sue sbarre, ma una montagna di prove inequivocabili, anche sui tavoli di diverse Procure, davanti alle quali non è più possibile fingere di non sapere”.

Alla manifestazione hanno già aderito, come da copione, l’intero sottobosco politico della sinistra extraparlamentare: dai centri sociali ai circoli anarchici passando per i collettivi studenteschi.

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