RomaLargo alla green economy. Il Pdl prova a scardinare i cliché e a irrompere sul terreno ambientale, attraverso proposte concrete che possano diventare motore reale di sviluppo. È Stefano Saglia, di concerto con Angelino Alfano, a presentare il piano di Via dell'Umiltà che punta a trasformare le tecnologie verdi in una leva anti-crisi.
«Quello del Pdl non può che essere definito un manifesto dell'ambientalismo ragionevole. A noi non piace l'ambientalismo alla Grillo, che dice no a tutto». Servono misure che in gran parte «si paghino da sè, a leva fiscale o a leva bolletta e che non debbano essere coperte con fondi statali». I punti al centro del programma sono sostanzialmente tre: estendere i project bond alle attività legate alla green economy; accendere linee di credito dedicate per imprese e cittadini, fondi comuni tematici e green bank; procedere alla creazione di un Fondo di garanzia nazionale per le banche che finanziano progetti nell'economia verde. Tre cardini su cui far ruotare il rilancio degli investimenti in tecnologie verdi in tutta Italia e restituire competitività al Made in Italy nel mercato globale. Un tema da declinare in maniera concreta, guardando ad esempio alla mobilità sostenibile, che a Brescia vede un modello già avanzato, con 70 colonnine di ricarica. «Grazie a un accordo - racconta Saglia - stipulato, su mia intuizione, tra ministero dello Sviluppo economico, Invitalia e i giapponesi della Nec Corporation, in Italia dovrebbe partire la prima fabbrica per costruire batterie per l'accumulo di energia elettrica e per auto elettriche. Un'innovazione che darà una spinta al mercato dell'auto elettrica, creando posti di lavoro, nonché una dimostrazione che con progetti interessanti si possono attirare anche capitali esteri». Tanto più che la green economy è una delle poche risposte possibili contro la recessione. I numeri dicono che il 38% delle recenti assunzioni a tempo indeterminato sono da attribuire a questo comparto. «Nel solare fotovoltaico molte imprese artigiane si sono riconvertite così e si sono salvate», spiega Saglia.
Per rompere steccati ormai consolidati e smentire il luogo comune che il tema sia di dominio esclusivo della sinistra, il centrodestra punta anche al confronto con le associazioni ambientaliste. Una discussione aperta di cui è stato protagonista il presidente della commissione Ambiente al Senato, Antonio D'Alì, con alcune sigle ambientaliste tra cui Legambiente, Wwf, Greenpeace, Fai. «Abbiamo scoperto di essere molto più vicini di quanto non si pensasse», osserva D'Alì che insieme con il senatore Andrea Fluttero, ha incontrato gli ambientalisti per conto di Silvio Berlusconi. «La nostra è una visione dell'ambiente antropocentrica - spiegano - nella quale l'uomo e le sue esigenze sono al centro delle scelte di politica ambientale». Un ribaltamento del piano prospettico basato sull'idea di «usare nel modo più efficiente la natura e gestire le risorse ambientali in modo da preservarle per le future generazioni».
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