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Lampi di Liberalismo

La decisione del Tar, che ha bocciato il ricorso della Cgil e ha dato ragione al ministro Matteo Salvini, potrebbe segnare un passaggio cruciale

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La decisione del Tar, che ha bocciato il ricorso della Cgil e ha dato ragione al ministro Matteo Salvini, potrebbe segnare un passaggio cruciale. Il ministro ha deciso di dimezzare d'autorità le ore di sciopero del personale ferroviario a tutela di chi viaggia e i giudici amministrativi hanno confermato la sua scelta. Se nel passato in troppe circostanze venivano sposati in maniera pregiudiziale gli argomenti dei sindacati, quali che fossero le ragioni di merito, stavolta non è andata così. E il fatto che la richiesta di Maurizio Landini sia stata rigettata apre la strada a prospettive più sensate. Non a caso lo stesso ministro ha annunciato che ora si focalizzerà sui taxi, dato che stiamo conoscendo un'estate in cui il turismo è fortemente penalizzato da una limitata offerta di servizi (a causa della mancanza di taxi) e anche dalla minaccia di uno sciopero dei tassisti che finirebbero per peggiorare ulteriormente la situazione. Certo, per Salvini non sarà facile negoziare con una categoria che avversa in modo pregiudiziale ogni aumento del numero delle licenze. Probabilmente il governo ha bisogno di trovare una strategia efficace, magari recuperando quella proposta dell'Istituto Bruno Leoni che, già quasi due decenni fa, aveva suggerito di regalare una seconda licenza «commerciabile» a chi ne possiede una. Quanti in passato hanno pagato cifre molto alte per comprare il titolo a gestire un taxi non avrebbero da lamentarsi e l'offerta dei servizi crescerebbe. Nel commentare la decisione del Tar, la Cgil ha parlato di un indebolimento del «diritto di sciopero», ma è evidente che ormai questo avverrà ogni volta che esso sarà usato per ricattare l'intera società e strappare privilegi, per giunta godendo di una posizione politicamente protetta (dato che nei trasporti tutto abbiamo meno che un libero mercato in cui chiunque possa facilmente entrare). Il ministro è intervenuto d'autorità in nome del buon senso: sottolineando quanto sia assurdo impedire ai lavoratori di raggiungere fabbrica e ufficio. Per quello che riguarda il servizio dei tassisti, egli ha fatto pure presente che non si possono lasciare migliaia di persone sotto il sole in lunghe ed estenuanti attese. L'argomento è convincente. Quando però si vuole individuare una via d'uscita, l'unica cosa da fare è aprire il mercato a più concorrenza: nell'interesse di tutti. Oggi che la magistratura sembra manifestare una minore fedeltà alla retorica statalista, sta alla politica fare la propria parte. C'è insomma bisogno di una visione che unisca chiarezza negli obiettivi (e qui serve soprattutto avviare un processo di liberalizzazione) e realismo nella strategia, dato che sarà difficile ottenere risultati se non si valuta la consistenza delle forze in campo. Adesso sappiamo, però, che una delle realtà più ottusamente conservatrici (la Cgil) è assai meno agguerrita di quanto non fosse in passato.

E questa è senza dubbio una buona notizia.

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