Tutta la verità di Renzi su Conte e Panzeri: ecco cosa ha detto

Il leader di Italia Viva boccia la manovra economica, parlando di marchette, e valuta la squadra di governo: "Salvo solo tre ministri: Nordio, Tajani e Crosetto".

Tutta la verità di Renzi su Conte e Panzeri: ecco cosa ha detto

Un’opposizione aperta al dialogo, senza pregiudizi ma nemmeno senza sconti. Matteo Renzi, insieme al sodale Carlo Calenda, conferma la linea del Terzo polo e non lesina critiche nei confronti dell’azione del governo di Giorgia Meloni. Interpellato da La Stampa, il senatore di Rignano si è soffermato sulla manovra e a suo giudizio il risultato migliore è non aver sfasciato i conti. Certo, non vengono risparmiate critiche, specialmente sull'addio al bonus 18app. “Dare i soldi ai presidenti delle società di serie A, che si sono dimostrati incapaci, togliendo gli inventivi culturali per i diciottenni, è il simbolo della follia di questa manovra”.

Non manca però nemmeno un commento sul Qatargate. Uno scandalo che per Renzi riguarda molto più Articolo1 che il Partito Democratico:“Panzeri aveva lasciato il mio PD perché diceva che i suoi valori fossero diversi ed aveva fondato un nuovo partito con Bersani, Speranza, D'Alema. E altri ex parlamentari europei, non solo Panzeri: ricordo ad esempio che a Bruxelles c'era un altro dalemiano, Paolucci, già braccio destro di Speranza prima e di Arcuri poi durante la pandemia”. I dem non sanno reagire, ha aggiunto Renzi, hanno una questione di morale più che una questione morale: ad ogni nuovo sondaggio, qualche amministratore locale lascia.

L'attacco ai 5 Stelle

Tornando al governo, Renzi la vera stampella dell'esecutivo è il Movimento 5 Stelle – “l’abbiamo visto anche sulla pregiudiziale di costituzionalità del Decreto Rave" – secondo la sua visione, sarebbe il ministro Lollobrigida l’ufficiale di collegamento con il partito guidato da Giuseppe Conte. Sempre a proposito dei pentastellati, Renzi torna poi su un suo cavallo di battaglia, quello che definisce il più grande scandalo della storia recente: gli acquisti Covid. “Come mai nessuno vuole vedere le carte? Quando Conte parla di questione morale, gli dico: perché non ci spieghi quello che sai sui ventilatori cinesi malfunzionanti, sui soldati russi entrati nel nostro territorio, sui banchi a rotelle? Finché Conte dice no alla commissione sul Covid, non ha titolo per parlare di questione morale”, il quesito del senatore di Rignano. “Come mai nessuno vuole vedere le carte? Quando Conte parla di questione morale, gli dico: perché non ci spieghi quello che sai sui ventilatori cinesi malfunzionanti, sui soldati russi entrati nel nostro territorio, sui banchi a rotelle? Finché Conte dice no alla commissione sul Covid, non ha titolo per parlare di questione morale”. Mirino puntato su Giuseppi, ovviamente.

L'elogio ai ministri

Ciò che è certo, per l’ex premier, è che la maggioranza di governo è solida, con Giorgia Meloni che può vantare un reale consenso nel Paese:“È inspiegabile però vederla mentre si intesta battaglie che le fanno del male: ho l'impressione che i suoi nemici più acerrimi siano accanto a lei. Ma nel Governo comunque ci sono anche dei ministri di grande qualità”. Tre i collaboratori di Meloni elogiati: "Nordio è un fuoriclasse, Crosetto è molto serio, Tajani mi convince più del suo predecessore. Purtroppo, è la Meloni che non è Draghi. Ma lo sapevamo dal primo giorno".

L’ex sindaco di Firenze ha parlato anche di Forza Italia ed ha escluso possibili guai per la tenuta della maggioranza. Silvio Berlusconi è un pragmatico, certifica Renzi:“Punterà i piedi, otterrà qualche poltrona a primavera nel giro di nomine, porterà a casa dei risultati ma non romperà. Berlusconi è Berlusconi: lo puoi amare, lo puoi odiare, ma sai chi è”. Il leader di Italia Viva ha poi biasimato i fischi riservati dalla piazza di Fratelli d’Italia, riconoscendo il giusto valore al Cavaliere: “Io non ho mai votato Berlusconi, ma vedere lo storico leader del centrodestra fischiato da quelli che lui contribuisce a tenere al Governo mi è sembrato politicamente miope e umanamente ingeneroso. Senza Forza Italia, Meloni va a casa. E chi fischia Berlusconi dovrebbe ricordarsi che gli deve tutto”. Una battuta anche su Matteo Salvini: se va più sui cantieri e meno su TikTok, potrebbe fare anche bene.

E il ministero delle Infrastrutture potrebbe anche aiutarlo a ripensarsi:“È passato dal No alle trivelle al Sì al Nucleare: non un maestro di coerenza, ma se sblocca i cantieri sarà utile al Paese, non al suo partito”.

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