Maurizio Landini torna a minacciare uno sciopero contro il governo Meloni: ormai si è perso il conto di quanti sono stati da inizio legislatura. Sicuramente più di quanti non ne siano stati convocati nei governi precedenti. Adesso ha messo nel mirino anche la Manovra di Bilancio approvata dal Consiglio dei ministri ma, intanto, come dice lui, "oggi vogliamo dimostrare che c'è una parte molto importante di questo Paese, così come nelle settimane scorse, che scende in piazza e che chiede dei cambiamenti". Dopo gli accordi di pace in Palestina, tema che è sembrato stare particolarmente a cuore a un sindacato dei lavoratori, tanto da proclamare anche uno sciopero generale "a sorpresa", la Cgil è tornata a pensare ai temi interni con le solite, pretestuose, accuse contro il governo.
"Non escludiamo nulla", ha risposto Landini dal corteo di Roma. Ormai i cittadini, da nord a sud, hanno perso il conto dei sabati in cui le città sono state bloccate con le scuse più pretestuose da chi in piazza sbraita contro il governo senza, però, proporre soluzioni concrete che siano percorribili in maniera realistica. "Se non saremo ascoltati e se nel Parlamento e nel Governo non accetteranno di modificare radicalmente quella che è una legge che noi consideriamo sbagliata, valuteremo e non escludiamo assolutamente nulla, di sicuro non finisce qui la nostra mobilitazione se le cose non cambiano", ha aggiunto Landini. Parole che suonano come un avviso, stranamente simili a quelle dei pro-Pal, dei collettivi e degli antagonisti: "Se non cambierà bloccheremo la città"
La colonna sonora di questa manifestazione è Imagine di John Lennon, il che riporta ai temi precedenti, tanto che anche stavolta, tra le bandiere rosse, sventolavano anche quelle, ormai immancabili, della Palestina. Alcune proprio dietro il segretario Landini. C'era anche uno striscione con tanto di falce e martello del Partito comunista rivoluzionario: "Pace tra i popoli, guerra ai padroni". Dal canto suo, il segretario della Cgil, ha messo nel grande calderone delle rimostranze anche la difesa della libertà di stampa, citando Sigfrido Ranucci che, in questi giorni, è stato un po' tirato per la giacchetta dalla sinistra, nonostante lui stesso abbia escluso il mandante politico dietro l'attentato subito. "Vogliamo esprimere solidarietà a Sigfrido Ranucci. E dire che pensiamo sia totalmente sbagliato tagliare, come è stato fatto, il giornalismo d'inchiesta, e limitare di fatto la libertà di stampa. Non è un caso che abbiamo chiamato la nostra manifestazione 'Democrazia al lavoro', perché pensiamo che ci sia una crisi della democrazia e la democrazia la si difende praticandola ed estendendo i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione", ha detto il segretario. Il giornalista è stato invitato a partecipare alla manifestazione.