L'anomalia italiana: i giudici non pagano mai

Dal referendum nato dal "caso Tortora" al pressing dell'Ue. Finora la legge Vassalli ha consentito ai cittadini di chiedere i danni solo allo Stato

Dall'aula di Montecitorio arriva uno scossone all'ovattato mondo della casta in toga. Approvando la legge comunitaria e mandando sotto il governo, ieri la Camera ha riaperto il fronte della responsabilità civile diretta dei magistrati. I quali resistono e alzano ancora le barricate.

Che cosa cambierebbe
Grazie all'emendamento alla legge europea presentato da Gianluca Pini della Lega Nord, verrebbe introdotta oltre alla responsabilità indiretta dello Stato nei casi di «malagiustizia» una responsabilità civile diretta personale del singolo magistrato di cui si è accertato un comportamento colpevole. In parole povere, nessuno può essere esente da responsabilità nell'esercizio della propria professione o funzione, così come da sempre avviene per medici, avvocati, insegnanti, funzionari della pubblica amministrazione e anche per i politici. Tutti, insomma, giudicabili e punibili. Tranne i magistrati. Almeno finora.

La legge Vassalli
La legge in vigore in materia di responsabilità civile dei magistrati è la n. 117 del 1988 (cosiddetta Legge Vassalli, «Risarcimento dei danni cagionati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati»). Ma questa non ha corrisposto, se non in minima parte, all'intento dei radicali promotori del referendum «Tortora» del 1987. Allora l'80,2% degli italiani disse «sì» alla responsabilità civile diretta delle toghe. Per poi finire «traditi» dal Parlamento. La legge oggi prevede, in generale, una responsabilità diretta dello Stato e soltanto indiretta del magistrato, quindi il danneggiato può agire esclusivamente verso il primo, a cui è attribuita una limitata azione di rivalsa nei confronti del secondo. I casi in cui è possibile far valere il diritto al risarcimento direttamente contro il magistrato sono limitati alle ipotesi, rare e residuali, laddove il danno sia conseguenza di un reato commesso nell'esercizio delle funzioni. Verdetti di questo genere, tuttavia, si sono contati sulle dita di una mano.

Le ultime battaglie referendarie
I Radicali ci hanno riprovato la scorsa estate con i sei quesiti per «la giustizia giusta», sottoscritti anche da Silvio Berlusconi e Forza Italia. Proprio il tema della responsabilità civile dei magistrati è risultato quello con il maggior numero di adesioni, pari a circa 420mila firme, pur non raggiungendo il quorum richiesto dalla Cassazione.

Ce lo chiede l'Europa
Anche l'Europa ci ha chiesto, sebbene indirettamente, di mettere fine all'anomalia. La sentenza C.

379-10 della Corte di Giustizia Ue datata 24 novembre 2011 censura la «limitazione, da parte del legislatore nazionale, della responsabilità dello Stato ai casi di dolo o colpa grave dell'organo giurisdizionale medesimo». Rimediare? Meglio tardi che mai.

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