L'arte grillina di spiare i "cospiratori"

Prima di Paragon e financo prima dell'arrivo di Conte, i grillini già si spiavano tra di loro

L'arte grillina di spiare i "cospiratori"
00:00 00:00

Ma siamo sicuri che ci sia davvero da stupirsi per lo spionaggio autorizzato da Giuseppe Conte nei confronti di Luca Casarini? Partiamo da un assunto: se gli 007 hanno chiesto all'allora presidente del Consiglio - correva l'anno 2019 - di poter indagare sul noto attivista e antagonista, qualche ragione la avranno avuta. E abbiamo il sospetto che sia stata anche più d'una. Come ammette lo stesso Casarini che, calzati i comodi panni del finto martire, ammette via social: «Fanno bene a intercettarmi, cospiro contro di loro». A loro modo, hanno ragione tutti, tranne il Pd che si stupisce di qualcosa di cui c'è ben poco di cui stupirsi: perché lo spionaggio compulsivo di nemici e amici è la conseguenza naturale della deriva giacobina del Movimento 5 Stelle. E Casarini, giova ricordarlo, era uno di quelli che stavano dalla parte giusta del fuoco in quel periodo, sia per i grillini che per la sinistra. Ma andava comunque spiato, come oggi confessa in modo tardivo e peloso, lo stesso Conte. Il potere che nasce per abbattere i privilegi, che promette onestà, che si vanta di parlare al popolo senza filtri, finisce per spiare tutti. E non spia un nemico, ma un «alleato».

Ma facciamo un passo indietro, per ricordare a quanti se ne fossero dimenticati, cosa si nasconde dietro il grandissimo specchietto per le allodole della sedicente democrazia diretta grillina e quanto lo «spionaggio» fosse connaturato allo stesso dna pentastellato.

Nel 2016 Salvatore Merlo sul Foglio rivelò come i vertici del Movimento avessero avuto accesso ai server del partito e potenzialmente anche alla messaggistica. «A un certo punto, a settembre del 2014, venimmo a sapere che la Casaleggio Associati non solo aveva avuto informazioni sui nostri server di posta elettronica - raccontò Tancredi Turco, deputato veneto, avvocato penalista uscito dal M5s il 26 gennaio 2015 -. Ma capimmo pure che qualcuno da lì aveva potenzialmente accesso al nostro sistema di archiviazione e comunicazione interno».

Insomma, prima di Paragon e

financo prima dell'arrivo di Conte, i grillini già si spiavano tra di loro, pratica che ora l'avvocato del popolo rivendica con orgoglio. Pratica che i pentastellati hanno sempre amato. Se ne erano accorti tutti, tranne i dem.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica