Milano«Sono stato, credo, un buon professore». E poi: «Sono stato, credo, un buon commissario europeo». Ancora: «Sono stato, credo, un buon presidente del consiglio». Più che un'autoassoluzione, un autoelogio, uno spot per se stesso davanti al pubblico di under 30 assiepato nel Teatro Parenti di Milano. In prima fila la moglie Elsa, che lo sorveglia con sguardo attento.
Mario Monti non mostra problemi di autostima durante la giornata elettorale nella sua città. «Non ho l'arma della polemica politica come i miei avversari» dice, forse pensando ai sondaggi che lo vedono ben lontano dalla vittoria. Dice: «In questo mese mi sono spesso sentito a disagio per un gioco che non è il mio». Eppure si dichiara convinto di non essere «un politico come tutti gli altri», di poter meglio «spiegare dove deve andare il Paese».
Sostiene il professore che il voto per la sua Lista civica sarebbe «una prova di maturità degli italiani». Si lamenta: «I miei avversari fanno promesse che non saranno mantenute e che se lo fossero, farebbero diventare la situazione ancora più grave». Avversari politici ai quali il presidente del consiglio guarda dall'alto verso il basso: «Sono cose che non so fare e non voglio fare». Se la prende con gli italiani perché «non hanno molto senso civico se non nei momenti di difficoltà, perché non vogliono rinunciare ai piccoli privilegi».
Attacca Silvio Berlusconi: «Continua a fare promesse cercando di comprare i voti degli italiani con i soldi degli italiani» (frase che fa scattare l'ira del Pdl, «toni arroganti, inaccettabili per un senatore a vita», ndr). Non gli è andata giù la proposta del condono fiscale lanciata dal leader del Pdl. Eppure, ammette, era un'ipotesi che «ci tentava enormemente nelle lunghe notti al ministero dell'Economia, per raccogliere soldi subito». Alla fine niente condono «per non incoraggiare gli italiani a evadere ancora di più». Nuova stoccata a Berlusconi attraverso il segretario del Pdl. Parla a nuora perché suocera intenda: «Non vorrei essere l'onorevole Alfano, che rispetto molto anche per le sue doti di paziente resistenza...».
Cade vittima delle stroncature anche Pier Luigi Bersani, il segretario del Pd al quale il professore continua però ad ammiccare per il dopo voto. «È un po' infantile dire che siccome Cameron è contento deve essere stata una vittoria di Pirro» dichiara Monti davanti alle telecamere del Tgcom24. Il riferimento è alla discussione sul bilancio dell'Ue e alla gioia del premier britannico conservatore David Cameron, noto per l'euroscetticismo. «Se lui festeggia, vuole dire che tutte le altre son vittorie di Pirro» aveva commentato Bersani. E veniamo al voto per la Regione Lombardia. «Siamo un gruppo di persone per fortuna con la propria testa» dice Monti, commentando con indulgenza le dichiarazioni della sua capolista milanese alla Camera, Ilaria Borletti Buitoni, convinta che il «voto utile» sia per Ambrosoli. Non pochi candidati montiani l'hanno seguita. Un benservito a Gabriele Albertini? Monti ribadisce di no. È costretto a una dichiarazione di voto che dovrebbe essere ovvia. «La Scelta civica con Monti appoggia Albertini» dice tra i giovani, suscitando un flebile applauso.
Fa i suoi complimenti all'ex sindaco: «Albertini è stato molto coraggioso e tenace nel non cedere alle pressioni di Berlusconi perché si ritirasse per favorire i giochi di Pdl e Lega». La figura di Ambrosoli? «Rispettabile e rispettata ma meno collaudata, soprattutto per l'età». Ma nessuna scomunica per chi mette la crocetta a sinistra: «Ciascuno può votare come crede. Quanto a pronunciarsi, ciascuno può farlo a titolo personale».
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