Lavitola: non ho mai ricattato il Cav E l'avvocato Sammarco contrattaccaL'inchiesta di Napoli sulla presunta estorsione

Interrogatorio di garanzia nel carcere di Poggioreale per l'ex direttore dell'Avanti! Valter Lavitola. Dopo il nuovo ordine d'arresto notificatogli qualche giorno fa dalla procura di Napoli, che lo accusa di estorsione aggravata ai danni di Berlusconi per cinque milioni di euro, Lavitola davanti al gip ieri ha scelto il silenzio. Si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha reso una dichiarazione per dire che non ha mai ricattato l'ex premier e che aveva solo intenzione di chiedergli un prestito, peraltro poi mai elargito. Oggi, intanto, sarà ascoltato nel carcere di Secondigliano Carmelo Pintabona, il presidente del Fesisur (Federazione associazioni siciliane in Sud America) finito in manette nella stessa inchiesta sempre con l'accusa di estorsione al Cav. Intanto, con una lettera, va al contrattacco l'avvocato Alessandro Sammarco, il legale dell'ex premier che i pm di Napoli indagano con l'accusa di aver tentato di indurre Lavitola a dire il falso. Il penalista sottolinea il paradosso di vedersi indagato per aver fatto solo il suo dovere di avvocato: «Mi sono occupato professionalmente della vicenda – ricorda – svolgendo, in qualità di difensore dell'onorevole Berlusconi, investigazioni difensive, e in tale contesto ho recapitato ai difensori di Lavitola un invito formale perché il loro assistito rendesse dichiarazioni, così come prevede la legge. L'interrogatorio non si è svolto e le dichiarazioni non sono mai state acquisite perché i difensori di Lavitola non hanno consentito.

Insomma – aggiunge – ciò che ho scritto e comunicato legalmente e doverosamente nell'esercizio della mia attività professionale appare nella realtà trasformato nel suo esatto contrario». Un episodio «strano e sconcertante», che l'avvocato Sammarco spera si risolva presto.