Quella che adesso è la sua scuola, un istituto tecnico commerciale di Palermo, dista in linea d’area pochissimo da Villa Niscemi, la residenza del sindaco, il suo regno per anni. Sì, perché a 61 anni Diego Cammarata, avvocato, una vita dedicata alla politica prima con un incarico all’Iacp e poi deputato e per due volte sindaco del capoluogo siciliano, lasciata la poltrona di primo cittadino, nel gennaio scorso, si è rimboccato le maniche. E ripescando un concorso per insegnare nelle scuole medie superiori vinto vent’anni fa è salito, per la prima volta, in cattedra, insegnante di materie giuridiche in quella scuola in cui i ragazzi, giura, non ricordano nemmeno che, sino a dieci mesi fa, è stato sindaco.
Il nuovo Diego Cammarata, che dalle delibere è passato a registri, voti e interrogazioni l’ha raccontato l’edizione palermitana di Repubblica. «Qui sono un professore come tutti gli altri», dice con orgoglio sottolineando che la sua è stata una «scelta». Il ventaglio di possibilità c’era, dalla professione di avvocato a una consulenza che gli era stata offerta dallo Iulm di Milano. Unica rabbia: aver dovuto rinunciare a un incarico che gli era stato offerto al Senato, a causa della ridda di polemiche seguite all’offerta: «Ho rinunciato – ha spiegato – al comando per il Senato perché non ne potevo più delle polemiche sterili e offensive. Hanno voluto denigrarmi».
Acqua passata. Ora «una scelta per stare vicino alla famiglia». «Non so se i miei studenti sanno che ero il sindaco: nessuno mi ha mai chiesto nulla. Certo, magari qualcuno avrà commentato, ma io fin dall’inizio non ho confuso i ruoli.
Qui sono un professore come tutti gli altri». E la politica? «Al momento non ci penso», assicura Cammarata. Poi, chissà. Se dopo anni di militanza attiva si è trasformato in docente, chissà che non possa cambiare ancora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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