A Lecce il Pdl a valanga travolge anche Vendola

La numero due in Regione sconfitta al primo turno da Perrone. Taranto in bilico, Brindisi a sinistra

A Lecce il Pdl a valanga travolge anche Vendola

Lecce - Una vittoria a valanga all’ombra del Barocco. E così la Puglia, e in particolare il basso Salento, si trasforma in un’ancora di salvezza per il centrodestra. Che perde a Taranto e Brindisi ma ottiene decisamente qualcosa di più di una boccata d’ossigeno imponendosi al primo turno a Lecce: il sindaco uscente, Paolo Perrone, Pdl, si è aggiudicato infatti con il 60% delle preferenze rispetto allo striminzito 28% raccolto dalla candidata del centrosinistra, Loredana Capone, Pd, vice presidente della giunta regionale; più indietro l’aspirante terzo incomodo, Luigi Melica (Udc), fermo al 4,5% dinanzi al candidato del Movimento 5 Stelle Maurizio Buccarella (4,4%).
La sfida elettorale di Lecce era più delicata in terra di Puglia. Almeno a livello politico. Perché qui, nel Salento felix che da tempo vive una stagione di fermento sociale e culturale che lo hanno imposto sotto i riflettori, è sceso in campo in prima persona l’ex ministro per gli Affari regionali nonché ex governatore Pdl Raffaele Fitto. Il quale come prima mossa ha pensato bene di ricandidare il sindaco uscente del suo partito, Paolo Perrone, ma nello stesso tempo ha riallacciato i fili di un rapporto da tempo lacerato con Adriana Poli Bortone, senatrice ed ex prima cittadina, una lunga militanza nel centrodestra prima di fondare il movimento Io Sud. Per la verità i rapporti con Fitto, ma soprattutto con Perrone, non è che siano diventati idilliaci all’improvviso; al contrario, anche in campagna elettorale la parlamentare non ha risparmiato critiche alla giunta, ma in ogni caso i rilievi mossi all’amministrazione non hanno fatto tramontare la ritrovata alleanza.
Dall’altra parte c’era Loredana Capone, esponente del Pd e presidente della giunta regionale guidata da Nichi Vendola. Insomma uno scontro che andava al di là delle mura cittadine tra due personaggi di spicco della politica pugliese: la continuità dell’amministrazione affidata al centrodestra contro l’espressione della Regione vendoliana. La campagna elettorale leccese è stata lunga. E segnata da momenti di aspra tensione, tra denunce di compravendita di voti, minacce di querele e sortite in procura. Settimane scandite da accuse incrociate e polemiche, al punto che l’arcivescovo Domenico D’Ambrosio è intervenuto per tentare di rasserenare il clima richiamando i candidati cattolici ai valori «del disinteresse, della lealtà, del rispetto della dignità degli altri, del rifiuto della menzogna e della calunnia come strumento di lotta contro gli avversari». Alla fine, Perrone si è aggiudicato la riconferma al primo turno, con un risultato netto che ha spazzato via polemiche e crepe in uno schieramento che alla prova delle urne s’è dimostrato compatto.
Situazione diversa nelle altre province pugliesi. A Taranto, la città dei due mari e degli undici candidati (senza contare le primarie tra pornostar che si sono poi ritirate dalla competizione elettorale), il sindaco uscente Ippazio Stefàno, espressione di Sel, in tarda serata viaggiava verso la vittoria al primo turno su Mario Cito, figlio di Giancarlo Cito; più indietro il leader nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. Netta l’affermazione del centrosinistra a Brindisi, dove Mimmo Consales, volto noto di Telenorba ha strappato un 53% staccando il candidato del centrodestra, Mauro D’Attis.

Ci sarà ballottaggio a Trani (si sfideranno il candidato del centrodestra Luigi Riserbato e quello del centrosinistra Ugo Operamolla) mentre è tutto deciso a Terlizzi, la città di Nichi Vendola: il nuovo sindaco è Nicola Gemmato del Pdl.

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