RomaLega e Pdl tornano ad allearsi contro il ministro della Giustizia Paola Severino. Il Carroccio ieri ha annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli, alla quale il centrodestra guarda con interesse, anche se i motivi che muovono i due partiti sono diversi. Il Carroccio accusa Severino di avercela con il Nord: «La nuova geografia giudiziaria decisa da Severino - attacca il capogruppo del Carroccio in commissione giustizia alla Camera in un'intervista pubblicata oggi dalla Padania - ha pesantemente penalizzato il Nord. Con la scusa della criminalità organizzata, come se essa fosse presente solo al Sud, il ministro della Giustizia se ne è infischiata delle indicazioni del Parlamento riguardo i tribunali e ha salvato solo quelli del Sud, rispondendo evidentemente a logiche lobbiste che nulla hanno a che vedere con una reale ed efficace amministrazione della giustizia». Per questo motivo «alla ripresa dei lavori parlamentari presenteremo una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Paola Severino che si è dimostrata inadeguata a guidare un dicastero delicato come quello della giustizia».
Gioca di sponda Maurizio Gasparri, che da qualche tempo conduce una sua battaglia personale contro Severino, e che non sottovaluta l'iniziativa della Lega e anzi suggerisce di giocare la carta con intelligenza. «L'iniziativa della Lega Nord riguardo il ministro della Giustizia Paola Severino merita attenzione. Valutino bene in che ramo del Parlamento agire», dice Gasparri facendo capire che se presentata al Senato la mozione di sfiducia individuale contro Severino avrebbe maggiori probabilità di successo grazie ai numeri garantiti da un'alleanza tra Pdl e Lega. I malumori di Gasparri e di tutto il Pdl nei confronti del Guardasigilli, che fino a qualche tempo fa era uno dei membri del governo Monti più graditi al centrodestra, nascono dalle prese di posizione di Severino sulla scottante questione delle intercettazioni, culminate con l'intervista al Corriere della Sera di domenica scorsa nella quale il ministro ha ipotizzato la creazione di «un filtro, affidato al magistrato e idoneo a tracciare una separazione netta tra le intercettazioni penalmente rilevanti e quelle irrilevanti». Una posizione insufficiente e anzi quasi provocatoria per il Pdl, che fa delle intercettazioni un cavallo di battaglia. «La Severino sulle intercettazioni appare arroccata sulle posizioni dei settori più retrivi della sinistra. Noi invece vogliamo confermare questo strumento evitando gli evidenti abusi. E non solo quando riguardano casi eclatanti», la risposta di Gasparri. C'è poi il caso dell'eurodeputato dipietrista Sonia Alfano e del senatore del Pd Giuseppe Lumia e del loro tour nelle carceri italiane per incontrare boss mafiosi e camorristici. I due avrebbero anche incontrato a Parma Bernardo Provenzano, invitandolo a pentirsi.
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