L'ESPRESSIONE DI MODAQuel concetto di stampo anglosassone che supera Marx e arriva fino a Virzì

C'era una volta la forza lavoro, ora c'è il capitale umano. Il ruolo della capacità dell'uomo di fornire lavoro e ingegno compare come fattore di produzione nei testi teorici fin dagli albori delle scienze economiche moderne. E non solo negli studi di Karl Marx. Ma di recente è diventato molto di moda il concetto di capitale umano (mutuato dall'inglese «human capital»). Si tratta di una misura complessa del nostro «valore»: sottintende che ogni essere umano abbia a disposizione un certo capitale, fatto di capacità, esperienza, competenze ed emozioni, acquisito durante la vita e spendibile per realizzare obiettivi lavorativi, dunque è possibile misurarlo e farne oggetto di contratti e commercio. Sarebbe dunque possibile «vendere» il proprio capitale umano.

Il concetto ricorre nei discorsi dei politici, ed è diventato talmente in voga da essere uscito dall'ambito economico per arrivare al cinema: «Capitale umano» è anche il titolo dell'ultimo film di Paolo Virzì ispirato al romanzo omonimo di Stephen Amidon.

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