Ieri il presidente Enrico Letta ha detto che l’instabilità politica sta determinando un buco di bilancio. Il famigerato parametro del 3% di deficit sarà superato. Bella scoperta. Ma lo sapevamo già. E tra poco ve lo dimostriamo, per tabulas , come direbbe un avvocato.
Sempre ieri il segretario del Pd Guglielmo Epifani, davanti ai suoi iscritti riuniti in assemblea ha affermato: «Troverei fortemente sbagliato l’aumento di un punto dell’Iva».
Quello che sta succedendo è chiaro come il sole. Siamo in campagna elettorale. Non giriamoci intorno. Tutti i partiti, e il governo lo sa bene, posizionano i loro pezzi per prepararsi alla battaglia. Il Pd non vuole passare per il partito delle tasse, dice Epifani, e teme che la vittoria del Pdl sull’abolizione dell’Imu condizionerà la prossima contesa politica. Purtroppo da noi le cose sono sempre più complicate che nel resto del mondo. In qualsiasi Paese i temi economici sono alla base del confronto tra i diversi schieramenti, con una spruzzata di libertà civili e politica estera. Ma in Italia le cose si complicano. Il centrosinistra infatti più che di lotta e di governo ( oggi semmai questo attributo appartiene al centrodestra) sulle tasse dice un giorno una cosa e un giorno l’opposto. Sulla questione Iva vale la dichiarazione di Epifani o quella del viceministro all’economia Fassina, che ritiene indispensabile un rialzo?
Nel mezzo il governo di Enrico Letta, che fino a prova contraria è un esponente di rilievo proprio del centrosinistra. In queste ore (si veda l’articolo negli interni di Vittorio Macioce) si agita lo spettro della stabilità come a suo tempo si brandì il tema dello spread. Ma in entrambi i casi sono frottole. Non che l’una o l’altro siano aggeggi inutili. Ma nel breve periodo hanno poco (un’influenza dei tassi di interesse ovviamente esiste)a che vedere con la tenuta dei conti. Alla fine di giugno (e ci scusiamo per l’autocitazione) scrivevamo proprio sul Giornale : «Converrebbe dire chiaro e tondo che nel 2013 l’Italia ha già sfondato la soglia legale e psicologica del deficit al 3 per cento. La ricchezza cresce meno del previsto e dunque peggiora il rapporto deficit-Pil. Ma allo stesso tempo peggiorano gli incassi per lo Stato, nonostante gli inasprimenti fiscali:raddoppiando l’effetto negativo sul deficit».
Lo sapevamo già mesi fa. Ma oggi siamo in campagna elettorale e tutti tirano l’acqua al proprio mulino.
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