Con il superamento dello scoglio Imu, Enrico Letta tira finalmente un respiro di sollievo. Almeno per ora, il governo delle larghe intese regge. Ma quella che è stata presentata come un trionfo dal premier stesso, è in realtà una vittoria a metà per chi pensa - dentro e fuori dal Partito democratico - che sia stata una concessione troppo grande al Pdl.
Chi esce per nulla soddisfatto da Palazzo Chigi è invece Graziano Delrio - fedelissimo di Matteo Renzi - che nei giorni scorsi aveva escluso un'abolizione totale della tassa. "Con l’Imu non abbiamo certo risolto i problemi del Paese. Non è il caso di usare toni trionfalistici", tuona il ministro per gli Affari regionali in un'intervista a Repubblica, "La gente continua a perdere il lavoro, non c’è molto da festeggiare".
Rincara la dose Pier Luigi Bersani, che smorza gli entusiasmi sostenendo che "l'Italia non è una Repubblica fondata sugli immobili ma sul lavoro". Per l'ex segretario Pd, quindi, sarebbe stato meglio investire i 4,6 miliardi dell'Imu nella riduzione dell'Irpef per le fasce più deboli della popolazione: "L'Imu, che va riformata, non è il clou dei problemi italiani". Un po' come aveva detto il suo successore Epifani: per il Pd le priorità sono altre. Come l'eventuale decadenza di Silvio Berlusconi: "Adesso il redde rationem si sposterà al 9 settembre", spiega Bersani, "Siamo in uno stato di diritto, non si aprono tavoli politici. La legge è uguale per tutti. La destra prima evoca la natura giurisdizionale della giunta e poi le tira la giacca ogni minuto".
Qualcuno, come Massimo D'Alema, pur non esultando, non nega invece che si è trattato di una "soluzione equilibrata", di un compromesso: "È stata cancellata la prima rata dell’imu e poi subentrerà un’altra tassazione che però sarà affidata ai comuni, come è giusto, e che dovrà essere applicata, secondo me, non ai cittadini meno abbienti e che hanno redditi più bassi".
"È abolita l’Imu.
Non è abolita la tassazione sulla prima casa", ricorda infine Stefano Fassina, "Non per sadismo comunista, ma per evitare di tagliare servizi fondamentali o caricare ulteriormente sul piano fiscale i produttori, ossia il reddito da lavoro e di impresa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.