Sono emblematiche le parole che il premier Enrico Letta lancia dal palco della convention organizzato da Sant'Egidio. "Abbiamo davanti grandissime sfide", dice il presidente del Consiglio, che non parla soltanto della crisi in atto in casa, ma anche in senso più esteso delle grandi problematiche globali.
Parlando anche della situazione in Siria, il premier ha detto che "la pace non è ingenua", condannando "la fuga dalle responsabilità che è cinismo" e ricordanco come "il dialogo" ha prevalso, quando si pensava di essere a un passo dall'attacco al regime di Bashar al-Assad.
Una prospettiva di dialogo importante è anche quella aperta tra Teheran e Washington, con piccoli segnali di avvicinamento tra i due Paesi, che da 34 anni intrattenevano relazioni gelide. "Sono rimasto sorpreso - ha detto Letta - dall'apertura di Obama" e dalla "richiesta del presidente iraniano di incontrare alcuni primi ministri europei come il sottoscritto".
Se il discorso di Letta sembra pensare più al mondo che all'Italia, il premier non può però scordare
quanto sta accadendo tra i banchi del Parlamento. Così conclude il suo discorso con una battuta: "Permettetemi di dirvi che se vi scapperà qualche preghiera per l'Italia in questi giorni, sicuramente sarà utile"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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