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"Libera espressione di dissenso". La difesa del collettivo per la "pistola" a Meloni in Senato

Il collettivo a cui appartiene il giovane che, in Senato, ha fatto il gesto della "pistola" a Giorgia Meloni appartiene a un collettivo definito, dagli altri studenti, come "la vergogna del Righi"

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La "pistola" mimata in Senato contro Giorgia Meloni come "simbolo di lotta, reso famoso da Autonomia operaia". Questa è la spiegazione che, con estrema lucidità, i compagni di scuola del liceale, ora punito con un giorno di sospensione, danno di quel gesto. Parlano di "Autonomia operaia" con estrema disinvoltura, si spera senza avere contezza di cosa sia e di cosa abbia rappresentato, per l'Italia, negli anni Settanta quel movimento legato alla sinistra extraparlamentare. E queste dichiarazioni, questa leggerezza nel parlare di uno dei gruppi protagonisti degli Anni di Piombo, fanno il paio con quelle rilasciate dal collettivo Ludus del liceo Righi di Roma, frequentato dallo studente sanzionato.

Pare che il 17enne sia parte di questo gruppo che, però ne lava le mani chiedendo di non associare "il nostro collettivo al gesto di un singolo". In qualche modo scaricano ogni responsabilità su di lui, in barba ai principi di solidarietà che sono alle base delle loro ideologie. Ma quel gesto, che nel loro mondo ha "un significato condivisibile o meno", richiamando quindi con forza i movimenti extraparlamentari che misero a ferro e fuoco l'Italia, lo definiscono come "una libera espressione di dissenso". E parlano addirittura di "doppio standard", perché la scuola non ha avuto "esitazioni nello schierarsi contro un gesto di dissenso, etichettato come violento" ma, proseguono, "ha taciuto e tutt'ora tace mentre il popolo palestinese subisce un genocidio".

Questo il contenuto di una lettera inviata dal collettivo in risposta a una comunicazione del dirigente scolastico in merito al tema. Una lettera in cui si avanza la pretesa di avere un "momento di formazione" sul "genocidio che sta avvenendo in Palestina da quattro mesi a questa parte", in nome del pluralismo delle idee. La lettera, come si può evincere, è scarna di argomenti ma si arrotola sempre sugli stessi temi forzatamente ideologici e propagandisti, al punto che altri giovani dello stesso istituto la bollano come una "sfattonata" che "non ha alcun senso". E dagli altri studenti, questo collettivo viene definito come "la vergogna del Righi, un gruppo di ragazzi arroganti, presuntuosi e ipocriti che pensano di essere all'altezza di parlare con le istituzioni, avete dimostrato con questo gesto di essere solo dei bambini sciocchi e viziati".

Lo stesso autore del gesto, come scrive lo studente, è "uno dei maggiori esponenti di questo gruppo di bambini anarchici e radical chic".

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