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Dopo l'intervista di Zangrillo al Giornale centrodestra e Azione in pressing su Lo Russo: "Chiuda subito Askatasuna"

Indignano le ultime violenze al cantiere Tav della Torino-Lione. Ultimatum al sindaco di Torino: "Tolleranza zero per chi trasforma i territori in zone di guerra"

Dopo l'intervista di Zangrillo al Giornale centrodestra e Azione in pressing su Lo Russo: "Chiuda subito Askatasuna"
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Gli antagonisti di Askatasuna non finiscono mai di mettersi in luce con manifestazioni che sfociano nella violenza. L'ultimo episodio è l'assalto - l'ennesimo - a un cantiere della Tav in Valle Susa, nel Torinese, che ha visto coinvolti 50 militanti a volto coperto, armati di bombe carta, chiodi, bulloni e pietre pesanti, usando anche rudimentali catapulte. Scene di guerriglia messe in campo contro un cantiere dell'alta velocità, in cui a farne le spese, come sempre, sono stati gli agenti di polizia e i cittadini, costretti a subire i disagi derivanti dalla chiusura dell'autostrada

Dopo l'intervista al Giornale di Paolo Zangrillo, in cui il ministro e coordinatore piemontese di Forza Italia ha chiesto la chiusura del centro sociale, dal centrodestra ad Azione si alza un ultimatum al sindaco di Torino: "Askatasuna è una centrale di violenza, va chiusa immediatamente"

"Le violenze brutali in Val di Susa contro le forze dell'ordine sono l'ennesima dimostrazione che i delinquenti dell'area antagonista rappresentano un pericolo che non va più sottovalutato. Il centro sociale Askatasuna che organizza molto spesso questi raid va chiuso e noi della Lega lo chiediamo da tempo. Sono professionisti delle violenze di piazza e vanno fermati il prima possibile. Basta con la tolleranza di Pd e compagni verso chi assalta quasi ogni giorno uomini e donne in divisa", scrivono in una nota Silvia Sardone, vice segretaria della Lega ed Elena Maccanti, deputata e segretario provinciale della Lega di Torino.

Dura presa di posizione anche da parte di Augusta Montaruli, deputata torinese di Fratelli d'Italia: "Siamo ormai di fronte ad a una strategia volta a intimorire e destabilizzare che va fermata al più presto. La notizia che gli aggressori siano nuovamente riconducibili ad Askatasuna è sconcertante". Che cosa deve ancora accadere - si domanda - perché i delinquenti di Askatasuna siano solo consegnati alla giustizia anziché vedersi consegnato uno stabile che è accertato sia ancora occupato? Non vi può essere nessuno spazio per l’eversione"

Paola Ambrogio, senatore di Fdi, ricorda che "sempre gli stessi volti coperti, sempre la medesima matrice eversiva di Askatasuna, centri sociali, attivisti che perpetrano violenza indiscriminata". E con amarezza aggiunge: "Mutano i pretesti - Palestina, Tav, Governo - ma la sostanza rimane immutata ed è fatta di ordigni pirotecnici, bulloni, pietre scagliate ad altezza d'uomo".

Secondo Forza Italia quella della Val di Susa è l’ennesima "conferma della natura criminale dell’area antagonista. Questi gruppi operano come milizie organizzate, addestrate alla violenza e alla distruzione. E Askatasuna è la loro centrale operativa che continua a dirigere blitz che mettono a rischio la vita delle Forze dell’Ordine e la sicurezza dei cittadini". Sono le parole del senatore Roberto Rosso, vicesegretario regionale di FI e Marco Fontana, coordinatore cittadino del partito. "È grave - proseguono - che chi guida la città continui a giustificare chi la devasta, stringendo la mano ai professionisti del disordine. Questo atteggiamento è una resa, non una politica: Askatasuna va chiuso immediatamente: tolleranza zero per chi trasforma i territori in zone di guerra".

Anche Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione in Piemonte, condivide la linea dura chiesta dal centrodestra: "È una spirale che dura da decenni: i Centri sociali, e Askatasuna più di tutti, hanno di fatto sequestrato il territorio della Tav, senza riguardo per gli abitanti della valle e ne hanno fatto terreno di scontro permanente con le forze dell’ordine e le maestranze. Se il sindaco Lo Russo nutre ancora dei dubbi, li superi: Askatasuna va chiuso.

Nei locali di quel movimento non si produce mobilitazione e confronto sociale, si organizzano soltanto strategie di scontro contro le forze dell’ordine e contro qualsiasi forma di progresso e di sviluppo del territorio. Le violenze di Askatasuna sono costate milioni di euro in danni alle cose e in ritardi dei lavori. Forse è il momento di dire basta".

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