da Milano
Il Consorzio di bonifica delle
colline livornesi ha una dura
missione da svolgere. Per farlo si
è attrezzato a dovere e ha messo
incampounasquadraconunmodulo
particolare: praticamente
due dirigenti ogni dipendente.
Per la precisione 26 tra consiglieri
di amministrazione, revisori e
delegati di nomina politica, e soltanto 16 tratecnici e amministrativi.
È solo una tra le dozzine di
agenzie, consorzi, entief ondazioni
della Toscana, dove le maggioranze
al potere (in Regione, dove
governa il democratico Claudio
Martini, o nelle varie province)
ad ogni scadenza gestiscono centinaia
e centinaia di poltrone di
notevole interesse. Per chi è nominato
soprattutto.
Poltrone di lusso. Per fare un
esempio, il presidente della Fondazione
Sistema Toscana, la cui
mission è «comunicare i valori e
sostenere la competitività di uno
dei territori più evocati e famosi
delmondo», porta a casa ogni anno
37.800 euro. E non sono da
meno gli altri fortunati messi nelle
poltrone più alte dei vari enti
dal gruppo politico che è in maggioranza
nel consiglio regionale.
Oppure dai governatori stessi,
che hanno così modo di farsi molti
amici. «È unsistema di consenso
perfetto nelle mani del presidente
della Regione, che ha poteri insindacabili sullamaggior parte
delle nomine» dice l’ex candidato
del centrodestra alla presidenza
della Toscana, Alessandro
Antichi. E parrebbe proprio questo,
a prima vista, lo scopo principale degli
innumerevoli enti strumentali che affollano le nostre regioni.
L’esercito degli Enti. In Italia ci
sono quasi 1100 enti parco e aree
protette dotate di un cda, un presidente
e un direttore generale.
Altri 191 Consorzi di bonifica,
131 Ato (Ambiti Territoriali Ottimali)
per la gestione dei rifiuti e
altri 91 Ato per i sistemi idrici, 63
Bacini imbriferi montani, centinaiadi
altri enti, migliaia di agenzie e fondazioni.
Utili? Indispensabili
sicuramente no. Qualche deputato sen’èaccorto e ha sollevato
il problema: «Servono a produrre
costi e burocrazia nei confronti
dei cittadini - lamentail deputato
del Pdl Osvaldo Napoli -,
che molto spesso devono recarsi
in due o tre enti per ottenere un
solo documento. Bisogna tagliare.
Siamo già d’accordo con Fitto
e Brunetta che a settembre, in parallelo con la
Finanziaria, modificheremo
il testo unico sugli Enti
locali per eliminarne una parte e
diminuire il numero di consiglieri
di questi enti».
Nomine politiche. Succede nfatti
spesso che i dirigenti siano in
soprannumero. L’ente parco dell’Avigliana,
nel Torinese, ha un
consiglio di amministrazione, un
presidente, un direttore generale,
nove consulenti, ma solo tre
impiegati. Le cariche, poi, durano
4 o 5 anni, e sono di strettissima
competenza dei partiti. Per
questo i posti disponibili si trasformano
subito in dépéndance per i
politici trombati nelle varie tornate
elettorali. Così l’Astral (Agenzia
Strade Lazio), quando a luglio
ha dovuto pensare a un consulente
per la compatibilità ambientale
delle strade, ne ha scelto uno a
caso: Paolo Cento, ex deputato
Verde ed ex sottosegretario all’Economia.
Non sarà solo per
questoc he qualche consigliere regionale
ha proposto l’abolizione
dell’agenzia, dal momento che la
manutenzione delle strade è già
di competenza delle province e
delle regioni (attraverso l’Anas).
Consulenze à go go. Al vertice
dell’Agenzia per i servizi nel settore
agroalimentare delle Marche
(l’Assam), costoso doppione dell’assessorato
all’Agricoltura, siede
Giulio Saccuti, ex Margherita
poi transitato nell’Udeur e poi ancoranell’Idv Di Pietro,
che non essendo diventato consigliere regionale
nel 2005 ha trovato la sua
nuova vocazione nella presidenzadell’Agenzia.
Anche le Asl locali sono minieredi
consulenze. Nel
2005 un avvocato ha percepito
2.5 milionidieuro per una onsulenza
alla Asl 7 di Ancona.
Poi, sempre, nelle Marche ci sono
i Consorzi di sviluppo industriale:
c’è quello per la industrializzazione
delle Valli del Tronto,
dell’Aso e del Tesino, il Consorzio
di sviluppo industriale del Fermano e il Consorzio zone industriali della Provincia di Ancona.
Anche qui c’è chi nutre parecchi dubbi sull’utilità
di queste strutture. «Il
consorzio del Fermano è
completamente inutile - dice
il deputato marchigiano
Remigio Ceroni (Pdl) -. Era
stato fatto in contrapposizione
a quello del Tronto,
ma non ha prodotto assolutamentenulla,
ha dato solo
lavoro a consiglieri e presidente.
Bisogna smantellarlo subito».
Acque amare. I consorzi di bonifica
delle acque, come se non bastasse,
portano anche balzelli. I
proprietari di fabbricati e terreni
nelle zone di competenza dei consorzi
vengono colpiti da una tassazione
aggiuntiva, che il più delle
volte non corrisponde ad alcuna
prestazione di servizi. «Basta
allora rivolgersi al giudice per
bloccare il pagamento - dice il
parlamentare pugliese del Pdl
Luigi Vitali -. Questi consorzi vanno
aboliti, insieme agli Ipab (Istituti di pubblica assistenza e beneficenza)
e le Apt, le aziende per il
turismo, visto che ormai l’Enit ha
acquisito le loro funzioni a livello
nazionale». In Veneto invece da
tempo gli agricoltori lamentano
l’inutilità dell’Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in
agricoltura),
ente finito anche in un’inchiesta
della magistratura due anni
fa per i cosiddetti «pascoli d’oro»:
dirupi e miniere spacciati per pascoli per intascare i
contributidestinati
da Bruxelles alla zootecnia.
Sicilia in liquidazione. In Sicilia
è stato smantellato l’Ente portodi
Messina, famoso per il record di
avere un solo dipendente. E nel
nuovo «Piano di riordino» delle
partecipazioni regionali si elencano
altri rami secchi da tagliare: il
Parco scientifico e tecnologico
della Sicilia; il consorzio Sicilia e
Ricerca (che in un anno e mezzo
non ha prodotto praticamente
nulla).
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